“È arrivato nella nottata l’ok della commissione Bilancio del Senato all”emendamento che rimodula i fondi stanziati per il ponte, vincolando una grossa fetta dei fondi Fsc destinati alla Sicilia. e con questo la conferma a quello che diciamo da sempre: la voce di Schifani a Roma conta quanto il 2 a Briscola. Se questi governi (a Roma e in Sicilia) rimangono in sella, per l’Italia e soprattutto per la nostra isola sarà la fine” Lo affermano il coordinatore del M5S in Sicilia e deputato all’Ars Nuccio Di Paola e il capogruppo M5S palazzo dei Normanni Antonio De Luca.
L’attacco degli M5S
“A cosa sono servite – si chiedono e chiedono i due deputati – le proteste dei giorni scorsi del centro destra siciliano e il volo a Roma di uno Schifani che la stampa descrive furibondo per salvare le indispensabili risorse Fsc per le nostre infrastrutture da terzo mondo? A nulla. Dovremo accontentarci di strade pessime, e collegamenti ferroviari disastrosi, mentre Salvini, che appena qualche anno fa era nettamente contrario al ponte, con questo giocattolino cerca di raccattare i voti per la campagna elettorale del suo partito in caduta libera”.
Le risorse che vengono meno
Il rischio è che a saltare sia la metà delle risorse disponibili, quasi tre miliardi di euro sui circa sei che dovrebbero andare all’Isola nel settennio di programmazione 2021/2027. Dagli impianti di depurazione, che sulla programmazione 2014/2020 pesavano per oltre un miliardo e duecento milioni, agli impianti di riutilizzo dei rifiuti differenziati (carta, plastica, vetro, metallo, umido), passando per le infrastrutture stradali, i fondi per le periferie delle grandi città, i progetti su istruzione e formazione, la prevenzione del dissesto idrogeologico. Il conto per la Sicilia, insomma, rischia di essere salatissimo.
Pericolo che è spiegato il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, secondo cui al miliardo e trecento milioni per il Ponte, si sommano un miliardo e 600 milioni tagliati dalla rimodulazione del Pnrr. “Il governo nazionale – osserva Mannino – aveva garantito che la compensazione di quelle risorse sarebbe arrivata dal Fsc, dunque, dobbiamo immaginare che oltre un miliardo e mezzo servirà per realizzare i progetti tagliati dal Pnrr. E anche i fondi per il Ponte saranno tolti alle infrastrutture da realizzare con le risorse strutturali. In questo modo, dei 5,6 miliardi che dovrebbero essere a disposizione dell’Isola, ne resteranno meno della metà”. Per Mannino, “dentro questo scenario non sappiamo quali progetti verranno tagliati e vorremmo capire in che modo riusciranno a compensare le risorse mancanti. Perché al momento ci pare compromessa l’intera programmazione del Fsc”.
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