Ponte Oreto off-limits per bus e pedoni. E fra poco anche le auto potrebbero avere qualche problema in più. Sulla struttura di via Oreto, ammalorata e in attesa da tempo di interventi di manutenzione straordinaria, irrompe il progetto del Comune di Palermo che prevede la realizzazione di una pista ciclabile che percorra tutta l’arteria stradale che attraversa la III Circoscrizione di Palermo. Un programma che punta a migliorare i collegamenti per i mezzi della mobilità sostenibile da e verso l’Università, ma che deve fare i conti con l’immenso traffico veicolare che attraversa la zona. Ed una riduzione della sede stradale di un paio di metri (un metro di larghezza per lato) potrebbe causare non pochi problemi.
Le limitazioni sul ponte Oreto
Sul ponte Oreto vigono infatti ingenti limitazioni alla viabilità. A stabilirle è l’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Documento nel quale viene di fatto attestato il divieto di transito veicolare per i mezzi superiore a 35 quintali. Un limite che, di fatto, ha tagliato fuori tutti i mezzi pubblici in dotazione ad Amat, con conseguente spostamento di diverse linee verso via Buonriposo e corso dei Mille. Una mazzata a cui si aggiunge anche il divieto di transito pedonale che vige sul ponte. Limitazione dovuta alla condizione precarie dei marciapiedi, messa ancora di più a nudo dalla formazione di una nuova buca a metà ponte. Foro tappato in qualche modo dalla maestranze del Comune ieri pomeriggio, ma che denuncia la necessità di interventi urgenti per ripristinare le condizioni di sicurezza.
Che fine hanno fatto i lavori?
E i lavori? Sarebbero dovuti partire quest’anno. La prima tranche degli interventi è stata assegnata l’8 febbraio scorso dall’Urega. Ad uscirne vincitrice l’azienda Cantiere Edili di Favara. Ciò in attesa che si completi la fase progettuale. E, proprio su quel fronte, si sono registrati alcuni ritardi, così come dichiarato dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo. “Siamo ancora in fase d’aggiudicazione della progettazione esecutiva dei lavori sulla struttura. Speriamo che possano iniziare nel 2024. Anche perchè, la situazione è pericolosa. Nei giorni scorsi c’è stato un cedimento del marciapiede che, di fatto, è inagibile”. Per gli interventi di manutenzione bisognerà quindi attendere. Opere che, nel complesso, costeranno circa 6,2 milioni di euro. Di questi, 3,6 milioni di euro serviranno a finanziare la prima parte delle opere previste nell’accordo quadro ed inserite nell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche 22-24.
Una viabilità già in crisi
Una situazione complessa e che dovrà essere ben ponderata in vista dei futuri lavori da condurre non solo sul ponte Oreto, ma anche e soprattutto sulla carreggiata in direzione Trapani del ponte Corleone. Struttura sulla quale vigono alcune limitazioni che, già in passato, hanno mandato in crisi la viabilità della III Circoscrizione. Tema sul quale era stata avanzata perfino la richiesta di realizzare un raddoppio del ponte Bailey alla Guadagna, poi non messa in pratica. Criticità che potrebbe avere delle ricadute soprattutto sul traffico veicolare delle auto. Flusso di mezzi sul quale si potrebbero registrare ulteriori difficoltà.
Irrompe il progetto della pista ciclabile
Ciò a causa della partenza dei lavori per la realizzazione della futura ciclovia che collegherà la Stazione Centrale all’Università di Palermo. Un percorso di mobilità sostenibile che interesserà l’intera via Oreto e, di conseguenza, il ponte Oreto stesso. E’ lo stesso Antonino Randazzo a definire l’entità dell’impatto dell’intervento. “Via Oreto sarà una delle strade protagoniste di questa rivoluzione – dichiara l’esponente pentastellato -. Sul ponte Oreto la sede stradale si ridurrà di circa due metri, con due piste di circa un metro ciascuna. Questo porterà la sede stradale a ridursi ad un totale complessivo di sei metri”. Tre metri per ogni carreggiata quindi, in un’arteria stradale in cui si fà già fatica a transitare durante le ore di punta. Dalla Circoscrizione si leva già qualche critica da parte della cittadinanza. Al Comune l’onere e l’onore di convincere i cittadini della validità dell’opera.
Lo stato di degrado del ponte Oreto
Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.
Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”. Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.
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