Tutto fatto per l’assegnazione della prima tranche dei lavori di ristrutturazione sul ponte Oreto di Palermo. Ad aggiudicarsi la gara è la Cantiere Edili di Favara, i cui operai saranno chiamati a rimettere in sesto la struttura di collegamento della III Circoscrizione. Opere rientranti all’interno di un accordo quadro suddiviso in due tranche. La prima, appunto, dal valore di 3,6 milioni di euro, sarà quella più corposa e dovrebbe partire ad inizio estate. Per completare i lavori serviranno ulteriori risorse. Il costo complessivo delle opere si aggira infatti intorno ai 6,2 milioni di euro.
Gara conclusa, inizio lavori in estate
La gara si è svolta l’8 febbraio negli uffici dell’Urega. Assegnati i lavori, la ditta dovrà iniziare le opere richieste. Interventi riguardanti il risanamento e la ristrutturazione funzionale del ponte Oreto e già inseriti nel piano triennale 22-24 approvato a dicembre dal Consiglio Comunale. Pur tuttavia, i lavori non inizieranno subito. L’Urega dovrà completare i controlli di rito necessari a dare il via libera definitivo. Secondo le ipotesi più accreditate, l’inizio degli interventi dovrebbe essere fissato per l’estate. Inizio lavori che sbloccherebbe uno stallo che perdura da tredici anni e che ha comportato grossi disagi alla viabilità.
Limitazioni importanti, no al passaggio di bus e mezzi pesanti
Ritardi che hanno causato, come sopra ricordato, l’emanazione di un’ordinanza ad hoc per limitare il traffico sulla struttura. Regole messe nero su bianco nell’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Il tecnico ha imposto “dove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”.
Un limite di peso che, di fatto, taglia fuori tutti i mezzi pesanti, anche quelli pubblici. L’autobus più piccolo, in forza ad Amat, pesa intorno a 65 quintali. Una cifra ben superiore rispetto al limite fissato dal tecnico dell’Amministrazione Comunale. Ciò ha costretto Amat ad un cambio di itinerario, facendo rientrare i mezzi in via Oreto addirittura all’incrocio con via Buonriposo.
Il rapporto dell’Ufficio Città Storica
Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”.
A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.
Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”.
Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.
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