Il dizionario definisce la parola “ponte” come una struttura di collegamento che interconnette due sponde distanziate dalla presenza di un fiume o di una valle. A Palermo però, tali opere finiscono per essere degli impedimenti. Come i ponti elevatoi medievali che, se sollevati, sbarravano il passaggio. Accade ciò nell’area del fiume Oreto, corso d’acqua che divide in due il capoluogo siciliano. Qui, infatti, quattro dei cinque ponti che uniscono la città hanno necessità di manutenzione, in alcuni casi addirittura dai primi anni del 2000.
Che sia il ponte Corleone, il ponte Oreto, il Bailey della Guadagna o il ponte a Mare, tutte queste strutture necessitano di lavori di messa in sicurezza. In attesa di quest’ultimi, sugli stessi vigono ordinanze che impongono restrizioni alla viabilità che, logicamente, incidono negativamente sulla mobilità cittadina.
Basta pensare agli effetti che ha avuto sulla viabilità la chiusura dell’ultimo svincolo d’ingresso su viale Regione Siciliana, in direzione Trapani. L’ennesima restrizione al traffico imposta nell’area del ponte Corleone, fortemente gravata da problemi alla circolazione che causano code che costringono gli automobilisti a diversi minuti di attesa. Il tratto da via Villagrazia fino allo sbarramento è così diventato infatti a doppio senso di circolazione. Ciò per permettere a residenti ed alle attività commerciali di accedere all’area in questione.
Per gli automobilisti, le scelte diventano due: o risalire per la bretella e immettersi nuovamente su viale Regione Siciliana, affrontando il traffico. Oppure deviare su via Villagrazia e sfidare la sorte tra le strette vie della III Circoscrizione. Una vera mazzata per tutti coloro i quali utilizzavano la via laterale per schivare parte dell’implacabile traffico che si genera sull’area del ponte Corleone. Nonchè per tutte le aziende che si trovano nei pressi del viadotto di viale Regione Siciliana, le quali temono cali di fatturato simili a quelli occorsi alle aziende presenti sull’altra corsia.
In seguito ai controlli eseguiti dalla Icaro Progetti negli scorsi mesi, sull’area del ponte Corleone si sono rese necessarie alcune modifiche al transito. Il dirigente Sergio Maneri ha infatti predisposto una nuova ordinanza per adeguare la circolazione stradale alle indicazioni date dai tecnici della Icaro Progetti. Sul ponte Corleone è stato così istituito il passaggio su una sola carreggiata in entrambi i sensi di marcia. La sede stradale risulta così ristretta a 3,50 metri, attraverso il ricorso a new jersey, cordoli e segnaletica orizzontale. Il passaggio da tre ad una corsia è segnalato a partire da 250 metri prima del ponte.
Rimane inoltre vietato il transito pedonale, fatto che rende il ponte Corleone una barriera architettonica a tutti gli effetti. Ciò, almeno, fino quando non saranno ripristinate le barriere di protezione, alcune delle quali sono tenute attaccate anche con il ricorso a delle corde. Cambia anche il limite di velocità sul viadotto. Da 30 km/h, i mezzi potranno percorrere il ponte Corleone fino a 60 km/h. Questo perchè le carreggiate risultano più solide al centro. Elemento che ha consentito di elevare anche il limite di peso, che è passato da 27 a 44 tonnellate.
A richiedere questi ulteriori sacrifici agli automobilisti palermitani è l’analisi redatta dalla Icaro Progetti, ditta che si è occupata di eseguire i controlli sul ponte Corleone e dalla quale si attende la relazione definitiva che dovrebbe andare a quantificare costi e tempistiche dei futuri lavori di consolidamento del viadotto di viale Regione Siciliana.
Dal documento preliminare redatto intorno alla metà di dicembre, emerge un quadro sconfortante sulle condizioni della struttura. “Dalle osservazioni effettuate – hanno scritto i tecnici – è emerso che in corrispondenza delle travi tampone di accesso alla parte d’impalcato che è sostenuta dall’arco, ovvero nelle zone fra il primo pilastro con fondazione autonoma e il primo ritto sull’arco, presentano forte degrado. In particolare, dal lato a valle, il ritto A lato via Roccella presenta una vistosa e preoccupante lesione su un pilastro, in adiacenza all’intervento effettuato nel 2002″.
Una valutazione che ha indotto gli ingegneri ad effettuare un ulteriore sopralluogo il 3 dicembre. Questo per verificare se vi fossero condizioni di pericolo incombente. Controllo dal quale è emersa una “grave situazione di ulteriore degrado. Localizzato in corrispondenza degli appoggi della trave tampone, in adiacenza al giunto, sui pilastri di appoggio delle travi che sostengono l’impalcato tampone. Tale impalcato poggia, da un lato, direttamente sulle estremità superiori dei pilastri del ritto A, in atto parzialmente danneggiate e che sembrano subire una sollecitazione eccessiva“.
Gli esperti hanno poi evidenziato la presenza di infiltrazioni d’acqua su diversi elementi architettonici del ponte Corleone. “Dall’altro lato, tale intradosso risulta abbassato di circa 5 centimetri rispetto al tratto adiacente al giunto Gerber sulla parte a sbalzo – prosegue la relazione -. In aggiunta, le selle Gerber e le strutture di supporto mostrano infiltrazioni abbondanti d’acqua dai giunti, perfino infiltrazioni che proseguono all’interno della lesione del pilastro del ritto A. Si è ritenuto quindi che le condizioni del traffico sul ponte risultino attualmente eccessive, e che la sua sicurezza sia affidata soltanto alla efficacia delle protesi metalliche del 2002, anch’esse soggette a degrado a motivo delle infiltrazioni”.
Una situazione che ha causato disagi a tutta la mobilità cittadina. In particolare sull’area del quartiere Oreto-Stazione. Problemi acuiti dalla situazione relativa al ponte Oreto, anch’esso soggetto a regole ferree. Limiti messi nero su bianco nell’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Il tecnico ha imposto “dove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”.
Durante la nostra live di venerdì 22 ottobre, il deputato nazionale del M5S Adriano Varrica e il consigliere comunale Antonino Randazzo avevano illustrato lo stato di avanzamento del progetto dei lavori sul ponte Oreto. Fu lo stesso parlamentare pentastellato ad annunciare l’accordo fra il Comune di Palermo ed Anas. Un “patto” sottoscritto per un importo complessivo da circa 3,8 milioni di euro. Fondi indirizzati alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza del viadotto sul fiume del capoluogo siciliano.
Purtroppo, dalla nostra live di ottobre, nulla è cambiato sul ponte Oreto. A commentare lo stato di crisi della struttura ad inizio anno fu il capogruppo della Lega Igor Gelarda. L’esponente del Carroccio ha ricostruito le vicende che hanno portato alle limitazioni sul ponte Oreto. “Il sovrappasso ha quasi 100 anni. Ha una struttura diversa rispetto al ponte Corleone ma, come quest’ultimo, non ha ricevuto manutenzione. Nel corso degli anni, ci sono state delle segnalazioni su problemi di staticità della struttura. Ad aprile 2021, gli uffici del Comune di Palermo, è stato incaricato di occuparsi del viadotto. Il tecnico ha dichiarato che il ponte Oreto è in condizioni semi-pericolanti o, comunque, gravi“.
Motivo per cui il tecnico ha impedito l’accesso a mezzi che pesano di più di 35 quintali. Problemi che non riguardano soltanto i mezzi pubblici, ma anche camion e, soprattutto, pedoni. “Ciò rappresenta un blocco non solo al passaggio dei mezzi pesanti ma anche agli autobus. Quello più piccolo di quintali ne pesa 65″. Un limite di peso che, di fatto, ha tagliato fuori tutti i mezzi pesanti, anche quelli pubblici. L’autobus più piccolo, in forza ad Amat, pesa intorno a 65 quintali. Una cifra ben superiore rispetto al limite fissato dal tecnico dell’Amministrazione Comunale. Ciò ha costretto Amat ad un cambio di itinerario, facendo rientrare i mezzi in via Oreto addirittura all’incrocio con via Buonriposo.
Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica del 6 aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplica una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. A tal proposito, il funzionario tecnico “chiede con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.
Lavori di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiede “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”. Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.
Non va di certo meglio al ponte Bailey, struttura di collegamento fra i due lati di via Guadagna, in III Circoscrizione. Vista la natura della struttura militare, sulla stessa vigono limiti stringenti. Punta di velocità fissata a 30 km/h, limite di peso fissato a 4 tonnellate (solo mezza in più rispetto all’Oreto), e con un obbligo di evitare brusche frenate o accelerate. Ciò per non stimolare eccessivamente i giunti. Se le restrizioni sono decisamente ferree, l’importanza di questo ponte è altrettanto capitale. Ciò nell’economia di garantire i collegamenti fra l’area della Guadagna e il quartiere Oreto-Stazione. Fatto fondamentale proprio nei giorni nei quali gli effetti dannosi alla viabilità delle limitazioni al ponte Corleone si stanno manifestando sul centro città.
La struttura è stato oggetto, fra le fine del 2019 e il primo trimestre del 2020, di alcuni lavori di manutenzione. Interventi che hanno riguardato la rimozione e sostituzione di alcune assi di legno che costituiscono la base carrabile del ponte e il rifacimento del tappetino d’usura in asfalto. Fatto che costrinse l’Ufficio Traffico del Comune di Palermo a chiudere la struttura dal 27 dicembre 2019 fino al termine delle opere. Un elemento che ha causato disagi a tutta la comunità del quartiere, che utilizza il ponte in questione per muoversi velocemente da una parte all’altre della città, soprattutto quando l’area di via Oreto è interessata dal consueto mercatino rionale.
Necessità di opere di manutenzione rappresentata, il 15 gennaio, anche dal consigliere del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo. “Insieme al consigliere di terza circoscrizione Saverio Bruschetta, abbiamo trasmesso una nota alla amministrazione comunale. Ciò per richiedere urgentemente la manutenzione del manto stradale del Ponte Bailey. Bisogna evitare rischi di peggioramento. In una fase abbastanza caotica per i cittadini palermitani per i limiti e le criticità del ponte Oreto e di quello di viale Regione Siciliana, non ci possiamo permettere altre limtiazioni. Dobbiamo scongiurare altre chiusure sull’Oreto. Chiediamo per questo una manutenzione immediata”.
Procedendo verso la costa, l’ultimo viadotto che dà sul fiume Oreto è il ponte a Mare. Sulla struttura, si attendono interventi di manutenzione già dal 2004, come palesato durante la nostra live del 19 gennaio dalla consigliera comunale del gruppo “Oso” Giulia Argiroffi. “Sul ponte a Mare, l’Amministrazione Comunale ha chiesto ulteriori verifiche. Alla fine di esse, il tecnico incaricato dal Comune ha relazionato, scrivendo che la struttura ha risposto alle sollecitazioni statiche e dinamiche dimostrando di non essere adeguata alle normative di sicurezza vigenti. Gli interventi imposti nel 2004 non sono stati fatti. La ditta, allora, aveva chiesto di chiudere il transito ai mezzi pesanti che superano le 35 tonnellate. Cosa accolta dall’Amministrazione che fa un’ordinanza, la quale è ancora vigente ma le limitazioni infatti non vengono rispettate”.
Danni, quelli subiti dal ponte a Mare, che Giulia Argiroffi ha descritto in maniera tecnica. “Aveva individuato degli interventi da fare. Nello specifico ha chiesto centine metalliche a supporto degli archi, mai installate. Bisognava smontare la soletta in calcestruzzo armato, che doveva essere eliminata e sostituita con un materiale più leggero. Era stato chiesto di mettere dei tiranti metallici trasversali e longitudinali e dei rinforzi in calcestruzzo sui piedi della struttura, per contrastare gli effetti della salsedine. Si vede che i conci di chiave e alle reni sono fortemente erosi. Sono quelli più sollecitati”.