Il Coime è disponibile ad effettuare gli interventi di ripristino dell’asfalto del ponte Bailey, ma non è in grado di garantire tutti gli interventi di manutenzione ordinaria previsti all’atto di convenzione. Questo è quanto filtra dalla risposta del dirigente Francesco Teriaca fornita ad un’interrogazione del capogruppo del M5S Antonino Randazzo. Quesiti posti non solo per lo stato d’incuria vissuto dalla sturttura della Guadagna, ma anche e soprattutto con riguardo ai futuri lavori che si terranno sul ponte Oreto quest’estate. Opere attese da oltre un decennio ma che potrebbero rappresentare un problema sotto il profilo della viabilità. Tanto da far valutare l’opzione di un raddoppio proprio del ponte Bailey.
Il punto sul ponte Bailey
Stato dell’arte, quello sul ponte Bailey, fornito dal dirigente del Coime Francesco Teriaca in una lettera di risposta inviata il 24 febbraio 2023 a tutti gli uffici coinvolti. “In merito alla manutenzione stradale, comunichiamo la disponibilità di questo coordinamento di inserire nella propria programmazione l’intervento di ripristino della pavimentazione stradale in conglomerato bituminoso del sito indicato in oggetto”.
“Quanto sopra – prosegue la risposta di Teriaca -, ferme restando le valutazioni di competenza di codesto Ufficio in ordine alle verifiche delle condizioni di agibilità del manufatto in questione, anche in considerazione del fatto che questo Coordinamento, con nota del 20/04/2022, ha comunicato l’impossibilità di assicurare, nella loro interezza, gli interventi di manutenzione periodica previsti nel verbale di consegna temporanea“.
Problemi allora associati “alla limitata capacità operativa della struttura in termini di manodopera disponibile riferita a determinate lavorazioni, non hanno consentito di eseguire gli interventi nella loro interezza. Le lavorazioni da effettuarsi in quota, compreso il montaggio del ponteggio di servizio, non possono essere eseguite”, scriveva un anno fà Teriaca. Ciò a causa del fatto che “gli operai che rivestono la specifica qualifica richiesta risultano inidonei ad effettuare lavori ad un‘altezza superiore a due metri”. Interventi riassunti al punto cinque dell’atto di convenzione, alcuni dei quali da eseguire con cadenza annuale. Fra questi, il controllo generale della struttura portante e degli appoggi, l’ingrassaggio delle parti esposte dei perni, dei bulloni e delle impanature dei tiranti; nonchè la spazzolatura delle parti recanti tracce di ruggine e verniciatura delle parti metalliche.
Un sopralluogo sul Bailey già c’è stato
Interventi di manutenzione che si affiancano alle richieste, arrivate da più parti, di valutare la possibilità di raddoppiare il ponte Bailey. Una richiesta che poggia le sue fondamenta su un precedente sopralluogo svolto dalla IV Commissione consiliare a marzo 2022. Sulla questione, un gruppo di cittadini aveva avviato, qualche settimana prima, una petizione popolare al fine di richiedere l’edificazione di un’altra struttura militare sul fiume Oreto. A dare il primo benestare all’opera fu il dirigente dell’Ufficio Mobilità Sergio Maneri. “Per quanto di competenza, questo ufficio esprime parere favorevole ad un eventuale ampliamento del ponte Bailey con senso di marcia opposto a quello attuale. Ciò al fine di migliorare la viabilità in zona Oreto”.
Vista la natura della struttura militare, sulla stessa vigono limiti stringenti. Punta di velocità fissata a 30 km/h, limite di peso fissato a 4 tonnellate (solo mezza in più rispetto all’Oreto), e con un obbligo di evitare brusche frenate o accelerate. Ciò per non stimolare eccessivamente i giunti. Se le restrizioni sono decisamente ferree, l’importanza di questo ponte è altrettanto capitale. Questo nell’economia di garantire i collegamenti fra l’area della Guadagna e il quartiere Oreto-Stazione. Una struttura che, però, presenta alcuni problemi. A cominciare dal manto stradale, già segnato dall’enorme afflusso di mezzi. Macchine che, molto spesso procedono in senso opposto di marcia, paralizzando il traffico e costringendo i malcapitati ad andare a marcia indietro per uscire dall’impasse. Fatto, quest’ultimo, immortalato nella nostra live del 22 marzo.
Gara conclusa per il ponte Oreto, inizio lavori in estate
Al di là delle soluzioni che verranno intraprese per risolvere i possibili ma comunque futuri problemi alla viabilità, il dato che rimane è che la prima tranche dei lavori sul viadotto di via Oreto è stata già assegnata l’8 febbraio dall’Urega. Ad aggiudicarsi la gara è la Cantiere Edili di Favara, i cui operai saranno chiamati a rimettere in sesto la struttura di collegamento della III Circoscrizione. Opere rientranti all’interno di un accordo quadro suddiviso in due tranche. La prima, appunto, dal valore di 3,6 milioni di euro, sarà quella più corposa e dovrebbe partire ad inizio estate. Per completare i lavori serviranno ulteriori risorse. Il costo complessivo delle opere si aggira infatti intorno ai 6,2 milioni di euro.
Interventi che riguarderanno il risanamento e la ristrutturazione funzionale del ponte Oreto e già inseriti nel piano triennale 22-24 approvato a dicembre dal Consiglio Comunale. Pur tuttavia, i lavori non inizieranno subito. L’Urega dovrà completare i controlli di rito necessari a dare il via libera definitivo. Secondo le ipotesi più accreditate, l’inizio degli interventi dovrebbe essere fissato per l’estate. Inizio lavori che sbloccherebbe uno stallo che perdura da tredici anni e che ha comportato grossi disagi alla viabilità.
Le attuali limitazioni al traffico
Ritardi che hanno causato, come sopra ricordato, l’emanazione di un’ordinanza ad hoc per limitare il traffico sulla struttura. Regole messe nero su bianco nell’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Il tecnico ha imposto “dove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”.
Un limite di peso che, di fatto, taglia fuori tutti i mezzi pesanti, anche quelli pubblici. L’autobus più piccolo, in forza ad Amat, pesa intorno a 65 quintali. Una cifra ben superiore rispetto al limite fissato dal tecnico dell’Amministrazione Comunale. Ciò ha costretto Amat ad un cambio di itinerario, facendo rientrare i mezzi in via Oreto addirittura all’incrocio con via Buonriposo.
Lo stato di degrado del ponte Oreto
Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”.
A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.
Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”.
Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.
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