Polemiche, proteste e l’annuncio di decine di ricorsi dopo la prova scritta del concorso per 33 assistenti sociali a Palermo e a Monreale.
Tantissimi i candidati che segnalano presunte irregolarità durante l’esame, che si è svolto nei locali dell’edificio 19 dell’Università di Palermo il 6 novembre. Una prova a cui si sono presentati in 635, per 30 posti a tempo pieno e indeterminato nel capoluogo e tre nella cittadina normanna.
“Una vicenda a dire poco strana quella che ha segnato le modalità di selezione all’ultimo concorso per 33 assistenti sociale bandito dai Comuni di Palermo e Monreale. E sulla quale adesso è giusto avere chiarimenti dall’amministrazione. Come è già stato segnalato da molte persone che hanno partecipato alla prova scritta svoltasi il 6 novembre, la metà dei quesiti somministrati erano eccessivamente sbilanciati su materie sul profilo psicologico, nello specifico la psicologia della comunità, la pedagogia, ma non sono state invece per nulla centrati sui principi e i fondamenti del servizio sociale, la metodologia del servizio sociale, la politica sociale o altro”, dichiara la consigliera comunale del M5S, Concetta Amella.
“E senza la presenza, nella commissione giudicatrice, di un assistente sociale, ma soltanto di funzionari dei Comuni e docenti universitari. Per non parlare poi dell”uso degli smartphone o smartwach da parte di alcuni candidati, sebbene fossero stati ritirati. Chiediamo pertanto al sindaco Lagalla di chiarire se fosse a conoscenza di queste modalità e, soprattutto, di far luce sui criteri di selezione della società esterna incaricata di predisporre e correggere le prove scritte. Inoltre, in considerazione delle segnalazioni ricevute, domandiamo se l’Amministrazione intenda aprire un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità e, qualora le anomalie siano confermate, valutare l’annullamento della prova scritta”
“Molti di noi non sono rientrati nella graduatoria per lo step successivo, perché quelle domande non riguardavano la psicologia di comunità, ma la psicologia sociale, una materia ben diversa e non indicata dal bando – spiega un candidato -. Il test poneva domande su esperimenti e casi specifici che ci hanno trovato impreparati. Questa anomalia ci è stata confermata con un parere tecnico che presenteremo agli avvocati a cui ci siamo rivolti”.