“La Regione proroghi la scadenza, a forte rischio 233 milioni del Pnrr”. Il deputato Ars del M5S Di Caro lancia l’allarme sul rischio per le ristrutturazione e per l’aumento degli alloggi popolari visto che i tempi per la presentazione dei progetti sono sempre più stringenti.
Scatta l’interrogazione all’Ars
“I tempi assegnati dalla Regione agli Iacp e ai Comuni per presentare i progetti per ristrutturare, e quindi incrementare, gli alloggi popolari da destinare ai cittadini, sono strettissimi. Il 31 dicembre è alle porte e il rischio di ripetere la fallimentare esperienza dei progetti per i consorzi di bonifica e di perdere 233 milioni del Pnrr è altissimo, la scadenza va assolutamente prorogata”. A lanciare l’allarme è il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro, che sul tema ha depositato un’interrogazione parlamentare diretta al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore delle Infrastrutture, Marco Falcone.
Tempi troppo stretti
“Il bando – dice Di Caro – è stato pubblicato solo a fine novembre dal dipartimento regionale delle Infrastrutture e molti Comuni non ne conoscono nemmeno l’esistenza. È è impensabile, pertanto, che in tempi così risicati Iacp e amministrazioni comunali riescano a produrre la mole di carte richiesta. La scadenza va assolutamente prorogata se non vogliamo ripetere la fallimentare esperienza dei progetti dei consorzi di bonifica”.
Le richieste di proroga
Il bando prevede il finanziamento di proposte progettuali presentate dagli Iacp e dai Comuni proprietari di patrimonio abitativo pubblico, migliorando l’efficienza energetica e la sicurezza degli immobili esistenti, aumentando il numero di edifici destinati a rispondere alla necessità abitative della popolazione più svantaggiata. “Sia dagli Iacp che dai Comuni – racconta di Caro – sono arrivare richieste di proroga, vogliamo sperare che il governo, ormai quasi costantemente alle prese con le dinamiche della campagna elettorale, voglia prenderle in considerazione. Le risorse del Pnrr possono essere un grosso volano di sviluppo per la Sicilia, ma devono essere gestite in modo oculato e razionale e, purtroppo, le prime avvisaglie sono tutt’altro che incoraggianti”.
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