Con l’aumento dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva, torna di grande attualità il tema delle terapie per curare l’infezione da SarsCoV2, in modo da evitare l’aggravamento dei pazienti e ridurre la pressione sui sistemi sanitari. Il tema è stato ripreso da Le Iene. Ora Carmelo Pullara, vicepresidente della Commissione Salute all’ARS, critica aspramente le scelte del Governo Regionale. “Dopo uno studio dell’Oms sui farmaci impiegati per combattere il Covid, il plasma iperimmune infatti, risulta essere insieme all’antivirale Remdesivir, la terapia che, pur non essendo certificata come cura, sta dando risultati nella lotta al coronavirus”.
Secondo Pullara, sarebbe “criticabile la politica messa in atto dal Governo Regionale che sceglie di portare avanti tale sperimentazione individuando soltanto l’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, quale unica struttura nell’Isola dove viene praticata la prassi della donazione del plasma iperimmune Covid19″. Lo fa tramite il Centro Trasfusionale che operativamente raccoglie il plasma dei pazienti covid attraverso lo studio nazionale Tsunami, una iniziativa promossa dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. “La Regione Siciliana, già in netto ritardo rispetto all’emergenza dettata dalla seconda ondata, ha aderito al progetto Tsunami individuando il Centro Trasfusionale dell’A.O. Papardo, quando invece potevano essere individuate anche altre strutture più centrali rispetto alla geografica sanitaria regionale, come Palermo o Catania”.
Come riporta Pullara da un approfondimento fatto in nottata, in Sicilia il Centro Trasfusionale dell’A.O. Papardo ha lanciato un appello, in cui dice che può salvare fino a tre vite per donatore. “Assurdo che questa iniziativa non sia stata adeguatamente pubblicizzata .- continua il deputato regionale -. Assurdo, ribadisco che si scelgano sedi periferiche e difficile da raggiungere per gli abitanti di altre province. Si poteva pensare all’Ospedale Civico di Palermo o Garibaldi di Catania ovvero alla Biobanca dell’IZS o anche a tutte e tre/quattro strutture. Tra l’altro tutto questo avviene nella consapevolezza che, come dicono i medici, questa strategia terapeutica può fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastarne gli effetti SARS.CoV2. La plasmaterapia inoltre, se adeguatamente pubblicizzata, può essere impiegata da subito e senza costi aggiuntivi per altre strutture sanitarie”.