“Da oggi si avvia la mobilitazione degli edili palermitani, disoccupati e non, per aprire una interlocuzione con le stazioni appaltanti, con il Comune di Palermo, Rfi, Anas ai quali chiediamo di inserire le clausole sociali nei bandi di gara per dare possibilità di lavoro ai disoccupati”.
Lo ha annunciato il segretario generale Fillea Cgill Palermo, Piero Ceraulo, aprendo ieri la prima assemblea del comitato per il lavoro, che riunisce edili di Palermo e della provincia, lavoratori stabili e operai disoccupati insieme.
L’iniziativa è stata messa in campo da due categorie, la Fillea e Nidil, assieme alla Cgil Palermo, per promuovere azioni utili per sbloccare le opere pubbliche e i cantieri fermi, per chiedere alle aziende il rispetto dei contratti di lavoro e protocolli d’intesa per assumere disoccupati, per aiutare i lavoratori nella stesura dei curriculum e ad accedere alla formazione professionale. Una delle prime azioni simboliche sarà una manifestazione per chiedere il raddoppio del ponte Corleone, fermo da dieci anni.
“Le aziende devono cercare operai con competenze specifiche, per questo coinvolgeremo in questo movimento la Cassa edile e la scuola di formazione edile – aggiunge Ceraulo – Dobbiamo dare risposte occupazionali a migliaia di lavoratori. In quest’ultimo anno si sono persi 900 posti di lavoro attivo, per non parlare di 2mila edili che gravitano nel sommerso, nei cantieri dell’edilizia privata, del centro storico, come denunciamo da tempo. Piuttosto che lasciare nel caos il settore delle costruzioni, dove le infiltrazioni mafiose sono dietro l’angolo, bisogna gestire i flussi di manodopera con le stazioni appaltanti”.
Anche Nidil Cgil, la categoria dei lavoratori atipici, parasubordinati e precari è al fianco degli edili per fare pressione sui lavori fermi da mesi a Palermo e provincia. “Nidil mette e disposizione degli edili i suoi servizi e si pone come braccio operativo per aiutare gli edili nell’orientamento e a stilare i curriculum con le competenze specifiche e la storia professionale di ognuno – ha detto Andrea Gattuso, segretario generale Nidil Cgil Palermo – Non è pensabile che si accetti lavoro nero o grigio, bisogna dire di no quando l’azienda propone un contratto di 20 ore per chiederne invece 40 o che venga detto che però la tredicesima non spetta”.
“Dobbiamo evitare che i lavoratori restino soli, che i bisogni delle persone vengano utilizzati per lavori che non hanno valore né dignità. La nostra è una battaglia difficile, non basta dire quanto è duro essere disoccupati. Abbiamo un altro compito, che è quello di cercare assieme ai disoccupati i modi e i percorsi per uscire da questa condizione – ha concluso il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – Serve passione e indignazione contro le ingiustizie. Proveremo a organizzare questo mondo del lavoro per trovare vie d’uscite. Ci proveremo con la Fillea e con Nidil, che organizza i nuovi lavoratori, le nuove identità, i lavoratori con partite Iva e contratti, che non hanno nessun diritto e nessuna continuità di lavoro. I governi e i comuni devono passare dalle parole ai fatti. Ci stiamo organizzando da soli e assieme a Cgil e Uil e ai movimenti di cui fanno parte di giovani, per cambiare le condizioni di vita delle persone che lavorano e far sì che il lavoro dignitoso lo si trovi qui, senza bisogno di emigrare”.
“Il reddito di cittadinanza ha dato delle riposte ma non è la riposta – ha continuato Campo – Sono stati spesi miliardi di euro in Sicilia con i quali si sarebbero potuti fare lavori per mettere in sicurezza il territorio, evitando altre morti, e creando occasioni per fare restare qui i nostri giovani”.