Piovono tagli su sistema scolastico italiano. Il governo nazionale ha in programma una revisione degli istituti scolastici per adeguare il sistema alla richiesta di formazione. Il piano, in base alle indicazioni normative in preparazione, dovrà seguire il calo demografico e di conseguenza il minor numero di studenti che accedono alla formazione di ogni ordine e grado.
La prima bozza parla del taglio di circa 900 istituti scolastici nel Paese per fronteggiare la diminuzione complessiva di un milione e mezzo di studenti prevista nel quinquennio e già in parte avviata. Il taglio è progressivo e segue l’iter scolastico, dunque la decrescita degli studenti negli anni.
Con la progressiva sparizione degli istituti vengono vengono oltre 1300 cattedre. Posti ad esaurimento per pensionamento che non verranno rimessi a concorso in base al piano ipotizzato fino al momento mentre circa 300 docenti si troveranno ad essere spostati in altri istituti nell’ultima fase della loro vita professionale
Di questi 900 istituti un centinaio spariranno in Sicilia e anche se ancora non c’è la mappa, proporzionalmente una ventina (si parla di 16 o 17 in base alla popolazione studentesca e alla distribuzione degli istituti) dovrebbero essere gli istituti verso la soppressione a Palermo e provincia
Anche se ancora non c’è un piano definito la Flc Cgil Palermo manifesta da subito la propria “netta contrarietà al taglio di circa 900 istituzioni scolastiche in Italia, voluta dal governo centrale. In Sicilia si parla di 100 istituzioni scolastiche in meno e pensiamo che Palermo sarà ancora una volta la più colpita. E’ un’operazione che non vedrà certamente il nostro contributo, anzi, al contrario, la nostra ferma opposizione” dice il segretario Fabio Cirino.
Giovedì scorso i dirigenti delle istituzioni scolastiche della provincia di Palermo hanno ricevuto la nota del dirigente dell’Ufficio scolastico contente i criteri a cui le conferenze provinciali dovranno attenersi nella predisposizione delle proposte di ciascun piano di dimensionamento per l’anno scolastico 2024-2025. Proposte che dovranno essere inviate entro l’11 settembre. “E sempre la stessa storia, il peso delle scelte nazionali ricade sulla spalle di chi sta sul territorio – aggiunge Cirino – Non ci stancheremo mai di ribadire che occorre sempre investire in questo settore perché ne va del presente e del futuro del nostro paese, in termini di livelli di cultura, educazione, civiltà ed umanità”.