Rubato e vandalizzato parte dell’impianto di videosorveglianza non ancora entrato in funzione in piazzetta Beato padre Pino Puglisi a Brancaccio a Palermo.
Il furto e i continui atti vandalici nella zona
I ladri hanno portato via il gruppo di continuità e l’interruttore di sgancio dell’impianto. Open Fiber che sta realizzando e installando le telecamere per l’impianto sta passando i cavi per il collegamento. Un intervento è stato richiesto per contrastare tutti gli atti vandalici che si ripetono nella zona.
L’amarezza di Maurizio Artale
“Come si dice, al peggio non c’è mai fine – dice Maurizio Artale presidente del centro Padre Nostro -. Ieri sera passando dalla piazzetta mi sono accorto del furto. Dal Comune di Palermo ci hanno assicurato che entro poche settimane Open Fiber passerà i cavi e installeranno le telecamere; pertanto, a tutti gli incivili che si sono alternati dal 2014 ad oggi dico: affrettatevi a vandalizzare ulteriormente la Piazzetta”.
Open Fiber: “Impianto realizzato entro il 10 novembre”
“L’impianto di videosorveglianza in piazza Don Pino Puglisi a Brancaccio sarà attivo entro il 10 novembre”. Lo fa sapere Open Fiber che si sta occupando di mettere in rete l’impianto del videosorveglianza realizzato dal Comune nella piazza intitolata al prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993.
Troppi atti vandalici attorno al centro padre Nostro fondato dal prete beato e così si è deciso di realizzare l’impianto. La scorsa notte il furto di parte dell’impianto già realizzato. Sul furto indagano i carabinieri che hanno eseguito già sopralluoghi e stanno cercando di individuare gli autori.
A luglio incendiata l’area da dedicare a Don Pino Puglisi
Brancaccio è un quartiere difficile. A luglio è stata incendiata l’area dove dovrebbe sorgere l’agorà di Brancaccio intitolata al beato Don Pino Puglisi e a Papa Francesco.
Il progetto esecutivo della piazza era stato regalato nel 2018 al Comune di Palermo. Il progetto era stato benedetto da Papa Francesco in occasione della sua venuta alla Casa-Museo del Beato Giuseppe Puglisi nel 25° anniversario del martirio del prete di Brancaccio.
Dal giugno 2018 al Centro di Accoglienza Padre Nostro è stata affidata l’area dal proprietario, in comodato d’uso gratuito, proprio per questa destinazione e affinché il Centro di Accoglienza Padre Nostro potesse procedere a tutti gli atti propedeutici per la realizzazione dell’Agorà.
“L’Agorà spina nel fianco delle istituzioni”
“L’Agorà di Brancaccio è una spina nel fianco delle istituzioni. Se entro un anno di tempo non ci danno risposte e non si parte con il progetto, riconsegneremo le chiavi del terreno che ci è stato affidato e togliamo al disturbo”. Non è rassegnazione ma rabbia quella che traspare dalle parole di Maurizio Artale, intervistato da BlogSicilia ad agosto. Il progetto, come detto, è pronto da 4 anni, ma da allora è tutto fermo.
Incendi e minacce contro il progetto del Centro Padre Nostro
Dal territorio, poi, arrivano segnali inquietanti. La mattina del 15 luglio – il giorno di Santa Rosalia (probabilmente una scelta non casuale) – delle persone si sono introdotte in quei terreni e hanno appiccato un incendio. La colonna di fumo si è alzata per decine di metri: un monito, un segnale inequivocabile di intimidazioni contro chi cerca di costruire reti sociali. Nel giorno dedicato alla Santuzza.
Quel terreno ridotto a discarica pubblica e luogo per affari illeciti
Prima che venisse consegnato al Centro Padre nostro – spiega Artale, “quel terreno era diventato una discarica pubblica, la gente veniva a smontare macchine e ciclomotori rubati. Siamo riusciti per un po’ di tempo a mantenere tutto sotto controllo, ma ora scavalcano di nuovo e vengono a fare danni”. In quel terreno, racconta ancora Artale, arrivano gruppi di persone col loro bottino: “Portano qua i fili di rame che hanno rubato per scioglierli e poter poi rivendere quel prezioso materiale”.
Le minacce a Maurizio Artale
Ad Artale sono giunte anche minacce: “Un abitante di questa piazza aveva costruito qui abusivamente – ricorda il presidente del Centro Padre Nostro – ma a un certo punto s’è accorto della nostra presenza. In pratica abbiamo acceso i riflettori. Così, è venuto nel mio studio e mi ha minacciato. Mi ha detto; se mi buttano a terra la casa ti ammazzo e sei mi fai arrestare, appena esco ti ammazzo”.
Il sogno di un’Agorà pubblica per ricordare il Beato Pino Puglisi
Cosa vorrebbe realizzare di preciso in quel luogo il Centro Padre Nostro? Il sogno è un’Agorà nel cuore di Brancaccio a Palermo, una piazza pubblica che sia anche un tributo alla memoria del Beato Padre Pino Puglisi.
Il progetto dell’Agorà del Centro Padre Nostro prevede degli spazi verdi, un anfiteatro, un caffè letterario e una piccola biblioteca. “A Brancaccio non esiste una piazza”, indica Artale. Creare uno spazio di aggregazione per la gente del luogo è quanto mai necessario per dire a tutto il mondo che quel quartiere da sempre assimilato alla mafia può cambiare, rimettersi in piede e costruire socialità e cultura. Resta un anno di tempo per capire se le istituzioni sosterranno il sogno di un’Agorà a Brancaccio o decideranno di voltarsi dall’altra parte.
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