Pietre, aborrite dai contadini perché rubano spazi vitali alle culture. Pietre che sfidano il sole e le intemperie e fermano il tempo, sulle quali, solo la mano provvida dell’uomo riesce ad operare miracolose metamorfosi e strani sortilegi.
Michele Valenza è tra i pochi sopravvissuti che sanno raccontare storie, eterne come il tempo, proprio con le pietre e le sue sono speciali, perché egli trova nelle viscere della terra i suoi ovuli alabastrini che, nel segreto del suo studio si animano e diventano sculture: donne e uomini, spavaldi nelle impudiche esibizioni delle loro nudità.
La mostra dal titolo “Il piacere erotico dell’arte” che si inaugura domani, mercoledì 13 settembre e resterà aperta fino al 24 settembre, all’Ottagono Santa Caterina di Cefalù consta di oltre ventidue sculture, tutte di marmo bianco alabastro. Un artista di respiro internazionale che vanta nel suo curriculum anche una mostra a Seoul (Corea).
Nato a Villalba (Caltanissetta) dove vive e lavora ha iniziato la sua carriera artistica nel 1968 utilizzando il legno di olivo e l’alabastro, materiali della sua terra di origine. Ha partecipato a molte mostre e simposi in Italia e all’estero. La sua collezione privata oggi vanta più di 400 sculture. Il suo atelier si trova in contrada S.Nicola di Villalba da dove si possono ammirare le Madonie. Lavora il marmo, il granito, le pietre dure e soprattutto l’alabastro.
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