“Al Goethe-Institut siamo sconvolti. Non riusciamo a credere che sia potuto succedere qualcosa al nostro collega. Una persona mite, perbene,sempre disponibile. Qui da noi svolge attività di segreteria.
E’ davvero incredibile che a Palermo qualcuno possa rischiare la vita per avere fatto notare che da quella strada non si passa”. A parlare è un collaboratore del centro culturale tedesco, dove il giornalista di 48 anni aggredito a pugni sabato sera in via Alessandro Paternostro, lavora ormai da anni e da anni risiede stabilmente nel capoluogo siciliano. Nel posto di lavoro tutti ricordano il giornalista tedesco come una persona mite, che in tanti anni non ha mai alzato la voce. Gentilissimo con tutti.
“Io questa mattina lo aspettavo al centro con la sua bici che apre l’istituto ed invece è in gravi condizioni nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Policlinico. Abbiamo parlato con la compagna che è distrutta per quanto successo. Non ha mai smesso di piangere. L’aggressione è avvenuta davanti a lei e alla bimba di 10 anni – aggiunge il collaboratore – Il nostro collega è sempre rimasto con le mani in tasca. Non si aspettava una reazione così violenta”.
A colpirlo sarebbe stato un diciannovenne, figlio della donna che si trovava al volante dell’auto, fermato dai carabinieri e portato al carcere del Pagliarelli, inattesa della convalida, con l’accusa di lesioni personali gravi. A rintracciarlo i carabinieri che indagano.
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