“Se le tecnologie saranno di aiuto alle attività di pubblica sicurezza, ben vengano“. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante la conferenza stampa svoltasi all’interno della Prefettura di Palermo. Una dichiarazione di risposta ad una domanda relativa ai recenti episodi di criminalità che si sono verificati negli ultimi mesi nel capoluogo siciliano. Ciò con particolare riguardo al redigendo regolamento movida, a cui il Comitato Ordine e Sicurezza ha dato un prezioso contributo in termini normativi.
Una visita arrivata dopo la conclusione dell’udienza relativa al processo “Open Arms”. Due i momenti principali della visita istituzionale in via Cavour. Il primo, avvenuto intorno alle 15, ha visto il ministro Piatendosi partecipare alla seduta plenaria del comitato Ordine e Sicurezza. Presenti tutte le principali autorità cittadine, fra cui anche il sindaco Roberto Lagalla. Dopodichè. Intorno alle 16.30, l’esponente del Governo Meloni ha presenziato alla consegna simbolica di un bene confiscato alla mafia al comando di polizia giudiziaria di Palermo. Uno spazio di ottocento metri quadri sottratto in passato alle cosche ed oggi a disposizione degli uffici delle forze dell’ordine.
Dopo la firma dell’accordo, le istituzioni presenti nella sala hanno abbandonato l’aula. Tutte tranne l’ormai uscente vicesindaco Carolina Varchi. La parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia è rimasto per tutto l’arco della conferenza stampa, anche durante le domande poste dai giornalisti. Argomento principale del dibattito è stato relativo ai recenti episodi di criminalità avvenuti nelle notti della movida palermitana. Fatto sul quale l’esponente della Lega ha voluto fare il punto.
“Il vero tema adesso è quello della malamovida, delle zone di spaccio. Quei fenomeni solo apparentemente di minore complessità ed attualità, ma che da una parte proiettano Palermo sulla dimensione di altre realtà territoriale, dall’altro che ha alcuni incroci con la presenza della criminalità organizzata. La grande presenza della droga, importata e distribuita dalle organizzazioni criminali. Il consumo. Il riciclo dei soldi. Tutti quei fenomeni su cui, al di là della proficua attività delle forze dell’ordine, proveremo a mettere in campo qualcosa che rafforzi l’idea che lo Stato c’è. L’ho già proposto al sindaco. Abbiamo pensato di compendiare un accordo, un patto per formalizzare delle linee di azioni accompagnate da risorse adeguate”.
Soluzioni concrete quindi, come quelle che interesseranno la disciplina della sicurezza pubblica e il miglioramento della fruizione degli spazi destinati al divertimento notturno. Fatto sul quale, da alcune settimane, si sta pensando all’integrazione di biglietti elettronici o di metal detector all’entrata. Un’opzione alla quale Matteo Piantendosi non chiude la porta. “Le tecnologie hanno la loro importanza se sono a supporto delle istituzioni. Non ho una pregiudiziale contrarietà. Se si fa ricorso a videosorveglianza e a metal detector, e se questi strumenti sono ritenuti qualificati dagli esperti come accessori di ausilio alle attività delle istituzioni pubblica, ben vengano”.
Parentesi poi sulla possibilità di utilizzare l’esercito nelle operazioni di tutela della sicurezza pubblica. “Abbiamo inserito una trentina di persone fra l’aliquota su vigilanza sul trasporto ferroviario e su quella relativa al progetto strade sicure“, ha dichiarato Piantedosi, che poi ha aggiunto sulla possibilità di potenziare gli organici delle forze dell’ordine. “Mettendo insieme le tre forze di polizia, la sede di Palermo ha ottenuto un incremento di personale di diverse decine di unità che si paleserà progressivamente negli anni. Tuttavia, sapendo che di forze dell’ordine c’è sempre bisogno, adempiremo a questa esigenza ed andremo avanti in questo progetto di implementazioni degli organici”.