Tram, una parola udita chissà quante volte dalle orecchie dei palermitani nelle ultime settimane. Proprio sul progetto di mobilità, fortemente sostenuto da Leoluca Orlando e Giusto Catania, si sta giocando la più grande partita del piano triennale delle opere pubbliche.
Una guerra schermistica fra maggioranza ed opposizione, con colpi di fioretto ed attacchi di spada, che va avanti già dal mese di aprile, quando l’atto è stato respinto dai consiglieri comunali, allora in smart working. Il Consiglio Comunale, oggi, si svolge in presenza. Ma l’atto continua la sua stasi, in attesa di sapere il suo esito finale. Non è bastata nemmeno la capigruppo convocata in mattinata a dirimere la matassa: una volta terminata, è mancato il numero legale. Discussione così rinviata a domani, quando si proverà probabilmente ad andare avanti nel dibattito d’aula, anche se le posizioni rimangono distanti.
Il Piano Triennale: “Rischio perdita dei finanziamenti”
Il piano triennale delle opere pubbliche non è costituito soltanto dal tram. Al suo interno, l’atto comprende una serie di interventi di aggiornamento tecnologico. In particolare, quelli legati all’illuminazione pubblica e all’edilizia scolastica. Ad essi si affiancano progetti di riqualificazione ambientale. Tra questi, il recupero del lungomare dell’Addaura, nonché gli investimenti su Barcarello e sulla riforestazione della riserva naturale di Monte Pellegrino.
Opere per un valore intorno ai 60 milioni di euro, ad oggi bloccate dalla mancata approvazione dell’atto. Impedimento sul quale il segretario generale Antonio Le Donne si è così espresso in una nota ufficiale. “Detta limitazione sia causa della impossibilità di bandire tutte le gare di opere pubbliche finanziate con risorse comunitarie (e non) che, come è noto, scontano tempistiche di attuazione ristrettissime (rendicontazione delle spese entro il 2023). Il rischio, oggi più che mai reale se non si interverrà entro pochi giorni con l’approvazione del Programma Triennale, sarà dunque la presumibile perdita totale dei finanziamenti con conseguente gravissimo danno erariale per l’Ente”.
I nodi da sciogliere sul tram
I punti più dibattuti del piano triennale riguardano chiaramente il tram. Una lotta tutta politica sull’importanza dell’infrastruttura per la città di Palermo. In particolare, quella su cui si focalizza l’attenzione delle opposizioni è la tratta A, che si dovrebbe snodare fra la stazione Centrale e via Croce Rossa. Il progetto prevede al suo interno dello sotto stazioni elettriche, che permetteranno di alimentare le vetture. Mezzi rispettosi dell’ambiente, ma sui quali le opposizioni paventano dei problemi legati alla mobilità, alla durata dei cantieri e alla viabilità dei mezzi su gomma.
Nodi sui quali si è bloccato il dibattito in Consiglio Comunale, tanto da costringere il presidente Salvatore Orlando a convocare, per la giornata di martedì, una riunione allargata ai capigruppo e ai componenti della II Commissione, per discutere più approfonditamente della questione. Dibattito a cui erano presenti anche i tecnici del Comune, che hanno chiarito alcuni punti poco chiari.
Fra questi, l’impatto del tram su via Libertà. La linea “A” si snoderà nel tratto centrale, per poi occuparne una porzione sul lato destro dopo piazza Croci, procedendo in direzione Croce Rossa. In questo tratto, rimarranno fruibili le vie laterali per auto e moto. Non ci sarà inoltre un impatto sugli alberi di platano presenti nell’area, che rimarranno al loro posto come da rendering. Le altre due linee, interamente catenary free come la linea A, dovrebbero riguardare la tratta Notarbartolo-Giachery (B) e il percorso Calatafimi-Stazione Centrale (C). Linee sulle quale le critiche sono decisamente più moderate, in quanto costituirebbero una sorta di “chiusura del cerchio” di quanto in essere in città.
Il fronte del “si” e la ricerca dei responsabili
Un dibattito che, però, non può non risentire dell’ultima tornata di elezioni amministrative. Fattore che potrebbe cambiare le carte in tavola. Considerando i numeri, l’ex maggioranza non avrebbe i voti sufficienti per far passare l’atto. Fra Sinistra Comune, PD ed Avanti Insieme, il fronte del “si” arriverebbe a 10 voti. Ma, come già avvenuto per il bilancio consolidato, potrebbe giungere qualche aiuto in nome del senso di responsabilità politica. Fra i maggiori indiziati, i componenti del Movimento 5 Stelle. La tendenza del gruppo pentastellato, a livello regionale e nazionale, va verso un progressivo avvicinamento alle posizioni del PD. Il gruppo è composto da tre consiglieri, il che potrebbe già costituire un aiuto importante. Anche se non è da escludere che si possa andare verso una pacifica astensione dei grillini sull’atto.
Le anime del “no”
A determinare l’esito dell’atto sarà la tenuta del fronte del “No”. Un insieme di anime politicamente differenti, divise anche da evidenti distanze ideologiche. Componenti che hanno però trovato una posizione comune sull’opera, muovendo critiche e ponendo veti sull’approvazione dell’atto. Elementi che l’Amministrazione e i relativi sostenitori politici hanno provato a sciogliere in queste settimane. Non ultimo, il dibattito d’aula di questa mattina, culminato in una conferenza dei capigruppo. Confronto dal quale però non sono emersi elementi di novità.
Dubbi, in tal senso, riguardano il gruppo di +Europa-Azione. Se Fabrizio Ferrandelli è stato uno dei principali oppositori alla linea “A”, sull’idea del tram in quanto opera non c’è mai stata una chiusura totale. Verso il “no” il gruppo di Italia Viva, anche se qualche anima potrebbe avocare a sè il principio del divieto del mandato imperativo, decidendo in coscienza di votare il piano triennale. Discorso diverso per Lega, Fratelli d’Italia ed Oso, fortemente contrari al provvedimento già dalla prima ora. Il loro “no” rimarrà probabilmente tale. In particolare, alcuni esponenti potrebbe chiedere l’accantonamento dell’atto, in attesa del futuro piano triennale 21-23.
Da capire, invece, come deciderà di agire Forza Italia. Nella seduta di giovedì 7 ottobre, fu proprio Giulio Tantillo a tenere in piedi il numero legale. Per approvare l’atto servono almeno 16 voti. La partita è rinviata alla seduta di giovedì mattina, dove si annuncia l’ennesima battagli consiliare.
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