Continua la lenta agonia del piano triennale delle opere pubbliche a Sala delle Lapidi. L’atto, ancora nella sua trattazione preliminare, non riesce nemmeno ad arrivare al dibattimento, bloccato dall’ostruzionismo delle opposizioni e dalla mancanza di una maggioranza dei gruppi a sostegno del sindaco Leoluca Orlando. Elemento che è decaduto già da diverso tempo, dopo l’uscita di scena di Italia Viva.

Una lunga via crucis, lastricata di polemiche e di scontri politici, contrassegnati dalla mancanza del numero legale in aula. Fatto ormai diventato normalità nella trattazione dell’atto ed avvenuto ben quattro volte nelle ultime due settimane. Il risultato è semplice: sedute lampo che durano sempre meno, con tecnici ed assessori chiamati a presenziare, senza poi riuscire nemmeno a prendere la parola. Una situazione che manifesta l’ibernazione politica che sta vivendo il capoluogo siciliano, con una lunga marcia verso le prossime elezioni Amministrative del 2022.

Centrodestra abbandona l’Aula, cade il numero legale

La giornata è iniziata con la richiesta, da parte del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Girolamo Russo, di prelevare l’atto. Appello poi approvato dall’Aula, prima che la stessa si impantanasse sulle questioni pregiudiziali poste da Giulia Argiroffi. L’esponente del gruppo “Oso” ha chiesto la presenza del sindaco Leoluca Orlando. Proposta rigettata da Sala delle Lapidi. Un fatto che è stato seguito da un progressivo svuotamento del consesso politico.

A rinnovare l’appello ad approvare l’atto il consigliere comunale di Avanti Insieme Massimo Giaconia. Un intervento durante il quale i gruppi di centrodestra e quello di “Oso” sono definitivamente usciti dall’Aula. “Non ci sono dubbi sulla legittimità delle procedure legate a quest’atto. Credo che ci sia uno sterile tentativo di bloccare tutto e tutti – commenta -. Non si può lasciare una lacuna rispetto ad un atto importante. Per procedere con il prossimo piano triennale, bisogna votare quest’atto. Evidentemente qualcuno non lo vuole capire”.

I nervi sono apparsi tesi già dall’inizio della seduta. Ma l’abbandono dell’Aula ha aggravato la situazione. Il numero legale è stato tenuto in piedi dalla presenza del Movimento 5 Stelle, di alcuni consiglieri di Italia Viva e del capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo. Una volta uscito quest’ultimo, il numero minimo di consiglieri (16) è venuto meno. E proprio la capogruppo pentastellata Viviana Lo Monaco ha puntualizzato il quadro di crisi politica vissuta dall’Aula. “E’ triste constatare che si parla di senso di responsabilità. Abbiamo parlato dei presupposti, delle questioni di legittimità. E siamo ancora fermi ad un piano triennale del 2020. La seduta di ieri è durata meno di mezzora. Oggi basta guardarsi attorno e vedere quello che succede”.

Non mancano gli attacchi personali, come quello rivolto dalla Lo Monaco al consigliere di Fratelli d’Italia Fabrizio Ferrara. “La gente non si reca nei posti di lavoro per mezzora. Ma per starci un’intera giornata. Restiamo in Aula. Dobbiamo avere coraggio, affrontiamo le questione. In caso contrario, andiamo a casa tutti. Questo è un Consiglio Comunale irresponsabile”.

Gli attacchi del centrosinistra

La seduta è poi proseguita per inerzia, con i gruppi di centrosinistra che hanno lanciato la sfida, senza mezzi termini, ai loro avversari politici. Molto duro il capogruppo del PD Rosario Arcoleo, che invita tutti a ricorrere al senso di responsabilità politica. “Noi vogliamo bene alla città, portando avanti gli atto che il Consiglio Comunale ci consente andare avanti. Io vorrei capire l’atteggiamento di Sala delle Lapidi. Il gioco politico di prendere la palla e spedirla in tribuna, non è consentito in una città post covid. Serve senso di responsabilità politica da parte del Consiglio. Se non vogliono andare avanti, lo dicano e ce ne andiamo a casa. Poi ci presentiamo agli elettori e ci misuriamo. E’ inutile dire che la Giunta Orlando non funziona. Avete trenta consiglieri comunali all’opposizione, potete governarla la città”.

Sulla stessa linea la capogruppo di Avanti Insieme Valentina Chinnici, che sottolinea il rischio di perdere un ingente quantità di fondi pubblici. “Sembra che stia passando un segnale di voler fare uno sgarbo al sindaco Orlando e ai suoi assessori. Se abbiamo ascoltato gli uffici, che ci hanno detto che la mancata approvazione dell’atto sta causando problemi e rischia di farci perdere milioni di euro, e ci dicono che affossare quest’atto è un gesto irresponsabile, io devo crederci. C’è chi vuole fare passare l’idea che l’approvazione del piano triennale non serva a niente. Io sono convina che questo atto debba essere approvato. Pena danni anche erariali pesanti e, soprattutto, danni al bene della città, di cui si riempiono tutti la bocca”.

Cosa contiene l’annualità 2020

Nelle scorse settimane, l’assessore ai Lavori Pubblici Maria Prestigiacomo ha tenuto a ricordare gli effetti di una nuova possibile bocciatura dell’atto. Ciò attraverso una nota girata a tutte le autorità comunali. La mancata approvazione del piano triennale, sottolineava, “espone l’Amministrazione al rischio di perdita di finanziamenti statali e comunitari relativi alle opere“.

Fra gli interventi inseriti, si ricorda l’upgrade tecnologico degli impianti di illuminazione della circonvallazione, delle aree limitrofe e della zona nord del capoluogo siciliano (investimento da oltre 39 milioni di euro); lavori di edilizia scolastica, fra i quali si ricordano l’asilo nido Mimosa (945.000 euro), la riqualificazione dell’asilo nido Domino (200.000 euro), dell’asilo nido Galante (3.000.000 euro) e del plesso Tomaselli (1.300.000 euro); il recupero di parte dell’immobile con piano rialzato e primo piano della chiesa di San Massimiliano (796.000 euro). Un pacchetto di dieci progetti sul quale il Consiglio Comunale si era espresso negativamente e sul quale è chiamato a pronunciarsi di nuovo.

Il tram perno centrale dell’atto

Ma ad avere il ruolo di regina fra le opere a rischio vi è il tram. Più nello specifico, le tratte A, B e C, già finanziate per un ammontare complessivo di 252 milioni di euro. La mancata approvazione dell’atto, sottolinea nel documento l’assessore Prestigiacomo, “non soltanto potrebbe configurare un danno erariale, per la perdita dei finanziamenti, ma rischia di provocare anche un duplice danno alla città“. Una lesione in prospettiva delle possibilità di sviluppo della città che “si vedrebbe privata di servizi, ma soprattutto di investimenti che potrebbero incentivare l’occupazione in un settore che più di ogni altro ha subito la grave crisi economica conseguente alla pandemia“.

Un atto sul quale non si può certamente trascurare il risvolto politico. Proprio nei giorni della settimana europea della mobilità, l‘assessore Giusto Catania è tornato a chiedere con forza l’approvazione del piano triennale. Non sono certamente d’accordo le opposizioni, le quali stanno già affilando le armi. Se l’annualità 2020 verrà mai discussa, le possibilità che venga approvata senza modifiche sono decisamente basse, anzi quasi zero.