Il futuro dei conti del Comune di Palermo passa dal nuovo piano di riequilibrio e, di conseguenza, dalla tenuta delle società Partecipate. La Giunta guidata da Roberto Lagalla ha varato la nuova bozza dell’atto basato sull’accordo con lo Stato sottoscritto a gennaio 2023. L’atto avrà efficacia per dieci anni (e non per vent’anni, così come previsto dalla precedente delibera approvata a gennaio 2022 dal Consiglio Comunale). Tante le novità previste. Ad iniziare dalla limitazione delle passività, che scendono da 438 milioni a “soli” 202 milioni di euro.  Buone notizie arrivano dal saldo di cassa, che ha potuto beneficiare dello sblocco dei fondi statali permesso grazie all’approvazione degli strumenti di bilancio varati a dicembre 2022 dal Consiglio Comunale su proposta del vicesindaco Carolina Varchi.

Il conto rimane comunque salato per i palermitani. A cominciare dagli aumenti dell’addizionale Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), dell’imposta di soggiorno e dall’istituzione dell’imposta sui diritti portuali. Maggiori entrate che, complessivamente, dovrebbero portare nelle casse del Comune circa 246 milioni di euro in dieci anni. Un piano che poggia inoltre su due capisaldi imprescindibili: il potenziamento del personale comunale e la stabilità economico-finanziaria delle società Partecipate, che non potranno permettersi il “lusso” perdite di esercizio, di disallineamenti e che, a partire dal 2025, dovranno dotarsi di contratti di servizio che garantiscano al loro interno la piena stabilità di gestione. Un atto che, così comprevisto dalla normativa nazionale, dovrà essere approvato entro il 30 giugno 2022 e prevede uno stanziametno dal Governo Nazionale di circa 179 milioni di euro in favore del Comune di Palermo. La stessa cifra concordata dall’Amministrazione Orlando. Di questi, 76 milioni riguarderanno il decennio coinvolto dal piano di riequilibrio.

Gli aumenti dell’Irpef

Un piano di riequilibrio che comunque esige un sostanzioso prezzo da pagare per la città. Un conto salato ma decisamente ammorbito rispetto alle previsioni dell’atto varato dall’Amministrazione Orlando. A cominciare dall’addizionale Irpef, elemento centrale dell’atto e che costituisce una delle maggiori entrate previste. Numeri già messi nero su bianco ed approvati proprio nel mese di maggio dal Consiglio Comunale. L’ammontare complessivo degli introiti arriva a 219,7 milioni di euro in dieci anni.

Nel concreto, l’Amministrazione ha azzerato gli aumenti per i contribuenti nell’anno 2022, grazie ad alcune risorse giunte dal Governo Nazionale. Si registrano inoltre riduzioni anche sulle successive annualità. Gli aumenti per il 2023 sono scesi ad 8,7 milioni di euro, grazie ad un ulteriore contributo straordinario di 760.000 euro destinato dal Ministero dell’Interno; a 12,7 milioni per il 2024 e per il 2025; miglioramenti importanti per le annualità 2026 e 2027 che, grazie alla previsione di un fondo da 40 milioni di euro stanziato dal Governo Nazionale, sono state abbassate rispettivamente a 14,5 milioni per il 2026 e a 28,7 milioni per il 2027. Il salasso però resta per il successivo quinquennio, con un aumento medio di quasi 36 milioni di euro all’anno fino al 2031.

Imposta di soggiorno ed addizionale sui diritti portuali

Altra nota dolente riguarda l’imposta di soggiorno, ovvero il contributo richiesto a chi pernotta nelle strutture ricettive del capoluogo siciliano senza essere residente a Palermo. Una “tassa” che quindi riguarda i turisti e i gestori di hotel e b&b, dalla quale il Comune di Palermo conta di incassare un surplus complessivo di 20 milioni di euro in dieci anni. Maggiori entrate calcolate in 500.000 euro per il 2023, ma che si alzano a 2,4 milioni di euro all’anno fino al 2031. Risorse alle quali si sommerà l’istituzione di una addizionale sui diritti portuali. Capitolo d’entrata che sarà sottoposto, nei prossimi giorni, all’attenzione del Consiglio Comunale e che comporterà aumenti per 500.000 euro nel 2023 e di 750.000 euro all’anno dal 2024 fino al 2031. Altro capitolo riguarda la completa definizione dei procedimenti di condono edilizio giacenti. Una cifra che gli uffici hanno stimato “in un maggior recupero di somma annuali per oneri concessori e conguagli oblazione pari a circa 600.000 euro annui”, che a decorrere dal 2023 e sino a tutto il 2031, è pari a 5,4 milioni di euro in nove anni.

Partecipate nodo centrale del piano

Nucleo centrale della proposta di piano di riequilibrio riguarda inevitabilmente le società Partecipate del Comune di Palermo. Falangi dell’Amministrazione sulle quali in passato si sono registrati diversi disallineamenti, con un controllo analogo non sempre efficace. Fatto sollevato anche dal ragioniere generale Bohuslav Basile, che più volte aveva rappresentato agli organi comunali la necessità di cambiare strada. Un processo che non è più opzionale. Proprio dalle Partecipate dipende buona parte della riuscita del piano di riequilibrio. Come scrive lo stesso Basile nel parere contabile infatti “le misure correttive inserite nel piano relativamente alle società Partecipate costituiscono il fulcro del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale e il loro pieno conseguimento costituisce specifico obiettivo“. E’ l’atto stesso a dettare alcuni termini temporali improrogabili. “A decorrere dal 1 gennaio 2025 tutte le società Partecipte dovranno essere dotate di nuovi ed aggiornati contratti di servizio effettivamente idonei a garantire l’equilibrio strutturale delle rispettive gestioni”.

“Non si devono registrare perdite d’esercizio”

Ma Basile non si ferma qui, sottolineando la necessità di mantenere una stringente attenzione sui bilanci. “La governance di ciascuna società partecipata, a parità di corrispettivi vigenti, ha l’obbligo di assumere senza indugio ogni misura affinché sia garantito che effettivamente negli anni 2023 e 2024 non si registrino perdite di esercizio”. Un tallone d’Achille in particolare per Rap, azienda che nel primo trimestre del 2023 ha chiuso già con un risultato di periodo negativo da 1,9 milioni di euro. Fatto richiamato nello stesso piano di riequilibrio  sul quale proprio il dirigente della ragioneria generale, nei giorni scorsi, ha chiesto chiarimento all’azienda di piazzetta Cairoli. Un elemento non da poco viste le difficoltà che stanno riguardando l’impianto di Bellolampo, sia in termini di operatività che di impiantistica, alla luce dei ritardi di consegna della prima tranche della VII vasca e della saturazione, nel futuro prossimo, della IV vasca, ultimo baluardo rimasto a disposizione alla città di Palermo. Fatto che preoccupa in vista dei possibili extracosti che ne potrebbero scaturire, quantificati in circa 10 milioni di euro al mese dall’ex amministratore unico Girolamo Caruso.

Gli accantonamenti per Amat

Un obbligo inderogabile, quello della salvaguardia dei conti,  visto che “il divieto per le società partecipate di perdite si estende anche al periodo 2025/2031, pena la compromissione del risanamento dell’Ente e con esso del piano di riequilibrio“. Previsione speciale è stata prevista per l’azienda Amat, per la quale sono stati accantonati circa 10,7 milioni di euro in sede di rendiconto 2021, finalizzati a fronteggiare eventuali perdite di esercizio future. Proprio sulla Partecipata di via Roccazzo c’è una trepidante attesa per la risoluzione definitiva del contenzioso che regna con il Comune di Palermo. Una gatta da pelare per entrambi gli enti coinvolti, anche se una soluzione appare vicina e già la prossima settimana dovrebbe approdare in sede di Giunta.

Il potenziamento del personale

L’altro elemento chiave del piano di riequilibrio riguarda poi il potenziamento del personale comunale. Il dissesto funzionale di Palazzo delle Aquile è stato uno dei principali elementi di difficoltà non solo sul fronte dell’operatività degli uffici ma anche e soprattutto sul fronte della capacità di riscossione dell’ente, fiaccata a tal punto da contribuire a creare la famosa condizione di sovraccreditamento che sta alla base della necessità del piano di riequilibrio. Ed è proprio dal potenziamento ed efficientamento degli uffici preposti alla gestione delle entrate proprie che passa il futuro della città. Un processo già parzialmente avviato e volto ad incrementare le percentuali di riscossione in trasferimenti erariali straordinari e pluriennali, nonché in nuove entrate tributarie. Operazione che trova copertura finanziaria esclusivamente nelle economie derivate dal turnover del personale e che si realizzeranno a decorrere dal 2024, dunque senza alcun onere economico–finanziario a carico del bilancio comunale.

Il rilancio dei beni comunali

Un atto nel quale l’Amministrazione prevede lo stanziamento di una somma da 100 milioni di euro finalizzata ad interventi di manutenzione sugli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Fatto che punta al rilancio al patrimonio immobiliare comunale e a dare concreta al piano delle alineazioni recentemente varato da Palazzo delel Aquile. Fondi da ritenersi di “natura straordinaria poiché non ha precedenti nella storia del Comune di Palermo, rispetto al quale non è dato rinvenire nello schema di bilancio di previsione 2023/2025 già istruito la necessaria copertura finanziaria, sia essa ordinaria e/o straordinaria”.

Dimezzate le passività

Come sopra ricordato, nel documento economico-finanziario varato dalla Giunta Comunale, si parla di una riduzione delle passività dai 438 milioni di euro, previsti nella precedente delibera varato dall’Amministrazione Orlando, ai 202 milioni di euro attuali. Una cifra figlia della sommatoria di alcune voci negative. Fra queste, 85 milioni di euro sono ascrivibili al fondo rischi spese legali; 25,7 milioni derivano da debiti fuori bilancio; 18 milioni  dalla mancata approvazione Pef Tari 2021 e 72 milioni di disavanzo tendenziale 2021. Con riguardo ai debiti fuori bilancio, l’ammontare complessivo derivano da 12,9 milioni di euro da corrispondere per sentenze esecutive e 12,7 milioni per l’acquisizione di beni e servizi senza impegni di spesa. Una cifra per la quale l’Amministrazione Comunale ha già accantonato 20,2 milioni di euro, di cui 5 in sede di rendiconto 2021 e 15,2 nel bilancio di previsione 22-24. Rimarrebbero quindi fuori circa 5,5 milioni di euro, anche se il Consiglio Comunale ha finanziato e riconosciuto debiti per 6,3 milioni di euro, pareggiando la partita in questione. Un fenomeno che, avverte anche il ragioniere generale, va comunque diminuito in prospettiva.

Il saldo di cassa e i fondi nazionali

E, proprio la prospettiva, è un elemento chiave del piano di riequilibrio, visto che lo stesso è modificabile in base all’arrivo di ulteriori risorse dal Governo nazionale o da altre fonti di finanziamento. Fatto che si somma alle notizie positive che arrivano dal saldo di cassa, tornato positivo proprio quest’anno in virtù dell’arrivo degli stanziamenti che erano appunti rimasti bloccati a Roma, in seguito ai ritardi sull’approvazione dei documenti contabili e che avevano perfino portato alla nomina di un commissario regionale. Risorse sbloccate il 17 aprile 2023, con l’arrivo di una somma vicina ai 254 milioni di euro. Inoltre, il Ministero dell’Interno, scrive il ragioniere generale Bohuslav Basile nel parere favorevole emesso all’atto, “deve ancora al Comune di Palermo ulteriori 12,3 milioni di euro. Inoltre, il Ministero del Lavoro è insolitamente in ritardo rispetto all’erogazione del consueto trasferimento dovuto per la stabilizzazione del personale ex precario per un importo pari a 27,5 milioni di euro”. In favore del Comune di Palermo inoltre, “risulta già maturato il diritto al pagamento di ulteriori 39,8 milioni di euro, sicchè il saldo effettivo virtuale ascende ai 293,4 milioni di euro”.

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