Il Piano di riequilibrio per Palermo avrà il via libera del governo nazionale e della Corte dei Conti? Secondo Totò Orlando, presidente del Consiglio comunale, “ne riparliamo tra qualche mese. Ci sono dati inconfutabili. La previsione di riscuotere il 75 per cento dei tributi rispetto alla media nazionale del 59 per cento è già un indicatore sufficiente per farci dire che soltanto un mago potrebbe ottenere questi risultati”. Il presidente del consiglio comunale ha rilasciato queste dichiarazioni nell’ultima puntata di Casa Minutella, il talk show in onda il martedì e il giovedì su Blogsicilia, Tempostretto e Video Regione, al canale 16 del digitale terrestre.
Piano di riequilibrio per Palermo, “dallo Stato solo le briciole”
Orlando ha anche spiegato a chi toccherà mettere mano al portafogli per pagare il conto del piano di riequilibrio. ” Dall’accordo con lo Stato si ricaverà una cifra per vent’anni intorno ai 250 milioni. Quindi si tratta di 12 milioni l’anno che arrivano da Roma. Mentre, dall’altro lato si prevediamo di recuperare con il raddoppio dell’addizionale Irpef una cifra superiore a 550 milioni di euro. “Questo è il dato che i cittadini devono sapere. Diciamo il riequilibrio lo pagheranno i palermitani, mentre lo Stato ci darà briciole”.
I numeri della manovra pensata dal Sindaco e dalla sua Giunta sono impietosi. Non sarà una passeggiata di piacere per i cittadini palermitani, ai quali si applicheranno, in caso di esito positivo del dialogo con il Governo nazionale, diversi aumenti, in alcuni casi rilevanti. Fra questi, l’innalzamento della copertura al 36% dei servizi a domanda individuale. Manovra che porta gli introiti da tale voce di bilancio dai 5,1 milioni di euro attuali ai 7,6 milioni del piano di riequilibrio. Ad essere intaccati principalmente sono i tariffari legati ad impianti sportivi, mense scolastiche, servizi cimiteriali, mercato ittico ed ortofrutticolo, nonchè musei e spazi espositivi. Ma la nota negativa del documento presentato dall’Amministrazione è quello dell’addizionale Irpef. Secondo quanto prevede l’atto approvato, è previsto un aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023. Tradotto: 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Un conto decisamente salato che pagherà chi ha già pagato in passato, ovvero i contribuenti.
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