Secondo Michele D’Amico, segretario regionale del Cobas-Codir, Settore Partecipate della Regione Siciliana, il piano industriale 2025-2027 della Società Consortile Servizi Ausiliari Sicilia (SAS) appare come un “libro dei sogni”, ma solo per una ristretta cerchia. Il sindacalista ha espresso forti perplessità riguardo alle previsioni contenute nel documento, sottolineando come queste sembrino favorire principalmente l’aumento dei costi dirigenziali e gli investimenti in infrastrutture, a discapito delle esigenze dei lavoratori.

Assunzioni dirigenziali e investimenti tecnologici

Il piano prevede l’assunzione di sette nuovi dirigenti, per un costo stimato di circa un milione di euro all’anno. Questa previsione stride con la delibera di giunta regionale n. 79 dell’1 marzo, che stabiliva l’assunzione di soli quattro dirigenti. D’Amico si interroga su cosa possa giustificare, in soli nove mesi, la necessità di quasi raddoppiare il numero di nuove assunzioni rispetto a quanto stabilito dal Governo Regionale. Il piano prevede inoltre investimenti per 1.150.000 euro in tecnologie innovative a supporto dei servizi, con un ulteriore esborso di 1.041.000 euro per prestazioni di servizio annuale.

Acquisizione immobile e aumento capitale sociale

Un altro punto critico del piano è l’ipotesi di acquisto di un immobile da adibire a sede societaria, per un valore di circa 4.500.000 euro. L’acquisizione avverrebbe tramite leasing immobiliare della durata di 20 anni, con un maxi canone iniziale di circa 2.000.000 euro e un canone annuo di 200.000 euro, comprensivo di interessi e capitale. A completare il quadro delle spese previste, il piano ipotizza un aumento del capitale sociale di 1.500.000 euro, a fronte degli attuali 255.585 euro.

Nessun miglioramento per i lavoratori

“A pagarne le spese – continua il sindacalista – è la stragrande maggioranza di lavoratori e lavoratrici societari che non vedranno aumentare, nel triennio di riferimento del piano industriale, il potere d’acquisto dei loro salari, (al netto degli aumenti contrattuali), tantomeno, per i numerosissimi lavoratori e lavoratrici part time, (taluni con prestazioni settimanali a 18 ore e 30 minuti, altri a 20 ore e altri ancora a 26 ore), che, anche loro resteranno al palo e non avranno alcun aumento di numero di ore settimanali”.

Priorità: salari dignitosi e differenziali stipendiali

Secondo D’Amico, la priorità della SAS dovrebbe essere garantire salari dignitosi a tutti i lavoratori, soprattutto a coloro che guadagnano meno di 800 euro al mese e al personale part-time, molti dei quali con contratti da 18 ore e 30 minuti, 20 ore o 26 ore settimanali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di equiparare i loro salari a quelli dei lavoratori full-time. Il sindacalista sottolinea come il mancato raggiungimento di questo obiettivo renderebbe la governance societaria complice di chi ha contribuito a mantenere i lavoratori in una posizione di subalternità. Un’ulteriore priorità dovrebbe essere quella di reperire le risorse per l’applicazione dei differenziali stipendiali e il mantenimento del fondo del salario accessorio, in linea con quanto previsto per il personale regionale, con il quale il personale SAS lavora a stretto contatto. D’Amico conclude ribadendo l’importanza dell’applicazione di tutti gli istituti contrattuali previsti nel CCRL 2019-2021.

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