“Senza soldi il pastore non conta messa”: un detto popolare che potrebbe riassumere, in estrema sintesi, la situazione vissuta dal Comune di Palermo sul piano di riequilibrio. I cittadini del capoluogo siciliano potrebbero essere chiamati a sostenere diversi sacrifici. Ciò al fine di potere ottenere da Roma i fondi necessari a coprire le conseguenze del sovraccreditamento dei conti di Palazzo delle Aquile.

Un atto che dovrebbe andare a razionalizzare i conti dell’Amministrazione e che inciderà sul futuro del capoluogo siciliano per i prossimi vent’anni. Ovvero, per le prossime quattro consiliature. Un piano che, se da un lato prevede un turnover necessario del personale, affiancato ad un regime di stabilizzazione, dall’altro sarà una manovra lacrime e sangue, con alcune possibili perdite decisamente sanguinose. A cominciare dalle quote di minoranza di Gesap. Tanti i rincari, a cui si affiancherà una stretta sul recupero crediti e sugli evasori. Un cappio al collo su cui le opposizioni annunciano le barricate. Mancano quattro giorni al termine ultimo per l’approvazione dell’atto anche se, ad oggi, mancano alcuni pareri. Fra questi, quello del Collegio dei Revisori.

Il maxiemendamento sul piano di riequilibrio

Il piano di riequilibrio, rispetto alla versione proposta di dicembre, ha subito alcune modifiche. Ciò alla luce delle maggiori entrate concesse da Roma. Si è ridotta infatti la stretta sugli impianti sportivi e sono state previste alcune agevolazioni sui servizi a domanda individuale. Gli aumenti sui servizi a domanda individuale, però, rimangono. Secondo quanto riporta il prospetto pubblicato sull’albo pretorio, il Comune conta di imporre su tali voci di entrata un tasso di copertura al 36%, che porterebbe gli introiti dai 5,1 milioni di euro attuali ai quelli 7,6 milioni del piano di riequilibrio. Una percentuale praticamente pari a quella di un possibile dissesto. Ad essere intaccati principalmente sono i tariffari legati ad impianti sportivi, mense scolastiche, servizi cimiteriali, mercato ittico ed ortofrutticolo, nonchè musei e spazi espositivi.

Nodo fondamentale dell’atto riguarda l’addizionale Irpef, praticamente raddoppiata rispetto alla versione pre-piano. E’ previsto un aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023. Tradotto: 49 milioni di euro di aumenti nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Un salasso per la cittadinanza, ritenuto inaccettabile dalle opposizioni. Altra questione riguarda le quote di Gesap. Come dichiarato dallo stesso sindaco Orlando durante l’ultima conferenza di dicembre, l’intenzione della Giunta sarebbe quella di inserire la vendita delle quote a partire dal 2025. Un 40% quantificato oggi su una cifra intorno ai 22 milioni di euro. Un calcolo ipotetico, che dovrà tenere conto in futuro dei cambiamenti del mercato e della minore attratività di quote di minoranza.

Il nuovo piano del personale

Nocciolo focale dell’atto riguarda il nuovo assetto del personale. A partire dal 2022, l’Amministrazione Comunale intende potenziare il monte ore di alcuni uffici. Secondo quanto trapela da fonti della maggioranza, si starebbe pensando ad un aumento a 36 ore di 111 dipendenti categoria D e 269 dipendenti categoria C. Potenziamento a 21 ore invece per i 90 dipendenti rimasti di “Palermo Lavoro” e della categoria LSU. Una manovra che interesserà anche 169 unità della polizia municipale, che dovrebbero passare a 35 ore a partire dal 2022 attraverso il ricorso ad una misura esterna. Nel 2023, l’Amministrazione dovrebbe aumentare a 36 ore il monte settimanale di 1286 dipendenti categoria B. Mentre, a partire dal 2024, il potenziamento dovrebbe riguardare anche 454 categoria A. Nello stesso tempo, la polizia municipale dovrebbe diventare strutturale con fondi interni.

Una manovra, quella del piano di riequilibrio, che riguarderà anche l’ambito dirigenziale. Tra il 2022 e il 2025, l’idea dell’Amministrazione sarebbe quella di assumere 25 dirigenti (12 nel 2022, 2 nel 2023, 4 nel 2024 e 8 nel 2025). A partire dal 2026 invece, il numero di assunzioni all’anno dovrebbe aggirarsi fra le 100 e le 125, in base alle disponibilità economiche dell’ente.

Opposizioni annunciano battaglia

Fra le voci più critiche rispetto all’emendamento, vi è quella del consigliere comunale di +Europa Fabrizio Ferrandelli. L’esponente dell’Assemblea Nazionale critica aspramente il lavoro dell’Amministrazione Comunale. “Più che un piano di riequilibrio, l’emendamento presentato in Giunta conferma come questo sia un piano del salasso per i palermitani. Chi ha causato, in 10 anni di gestione, il disequilibrio di bilancio pensa ancora una volta ad aumentare le tasse come unica misura per coprire i buchi. Come se non fossero bastati i milioni di euro erogati dal governo nazionale per i ristori e indirizzati verso il pozzo di San Patrizio dei conti. Nonostante gli sforzi di responsabilità, temo che a questo punto non ci sia molto da fare se non attendere di levare il timone a chi sta facendo affondare la città e rimetterla in moto su nuove rotte e verso nuovi approdi”.

Fra i nodi cruciali del piano di riequilibrio vi è quello degli aumenti. In particolare, sulle voci relativi ai servizi a domanda individuale e sul fronte Irpef. Elemento sul quale non lesina attacchi il capogruppo di Italia Viva Dario Chinnici. “Non consentiremo a Orlando e alla sua Giunta dei peggiori di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Siamo pronti alle barricate. L’emendamento non risolve alcuna criticità e conferma che l’unico obiettivo del sindaco è quello di aumentare le tasse – continua Chinnici -. L’incremento previsto dell’Irpef e dei servizi a domanda individuale sarà l’ennesima mazzata su chi già paga e in cambio non riceverà alcun miglioramento dei servizi. Le centinaia di milioni che arriveranno da Roma non serviranno a cambiare il volto di questa città, ma solo a mantenere un disastroso status quo. Italia Viva farà le barricate in Aula per evitare l’ennesimo scempio”.

 

Articoli correlati