“Abbiamo definito gli interventi prioritari e la tempistica delle azioni per contenere la diffusione dei daini nel Parco delle Madonie. Nei prossimi giorni renderemo noto il cronoprogramma e avvieremo tutte le attività previste”. Lo rende noto l’assessore regionale al Territorio e ambiente Toto Cordaro, al termine di una riunione che si è tenuta nella sede dell’assessorato.
Presenti anche il presidente del Parco delle Madonie Angelo Merlino, il rup del Piano di gestione della popolazione di daino Alessandro Scelfo, il coordinatore tecnico scientifico per l’attuazione del Piano Daniele Scarselli e alcuni componenti del Gruppo di coordinamento regionale per la gestione della fauna problematica.
Saranno definiti i dettagli del Corso di integrazione della formazione dei selecontrollori
Nei prossimi giorni, inoltre, saranno definiti anche i dettagli del “Corso di integrazione della formazione dei selecontrollori”, che ha l’obiettivo di abilitare le figure già formate nell’ambito del piano di contenimento dei cinghiali e di acquisire, previa comunicazione all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), le necessarie autorizzazioni. Il corso avrà inizio a marzo e si concluderà con una attività sul campo che consentirà di aggiornare il censimento della popolazione di daini.
Infine, sono state avviate le interlocuzioni con l’Asp e con l’Istituto zooprofilattico sperimentale per la Sicilia per definire le modalità di utilizzo e smaltimento delle carcasse degli animali abbattuti.
Piano redatto a metà novembre
È stato redatto il piano per il contenimento dei daini sulle Madonie con l’obiettivo di porre un freno alla diffusione indiscriminata della specie ibrida, diventata un serio problema per la tenuta economica e sociale dell’intero territorio. A metterlo a punto sono stati la Regione Siciliana e l’Ente Parco delle Madonie su un territorio che da anni rappresenta un habitat favorevole alla proliferazione, data anche l’assenza di predatori naturali. Gli agricoltori da tempo hanno chiesto degli interventi perché la presenza di questo animale distrugge le loro colture.
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