I giudici della terza sezione penale del tribunale di Palermo presieduta da Fabrizio La Cascia, hanno condannato Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune, a 7 anni di reclusione, Giuseppe Monteleone, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive 7 anni, l’architetto Fabio Seminerio a 5 anni, Giovanni Lupo costruttore della Biocasa srl a 8 anni, Giovanni Lo Cascio, già capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica del Comune a un anno, pena sospesa, Sandro Terrani, all’epoca capogruppo di Italia Viva e membro della commissione Bilancio a 8 mesi pena sospesa, Francesco La Corte altro costruttore, un anno pena sospesa. Per il direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa, l’ingegnere Agostino Minnuto, è stata dichiarata invece la prescrizione.
Unica assolta, l’architetto Giovanna D’Attardi, “per non aver commesso il fatto”. La società Biocasa è stata condannata a pagare una sanzione di 350 mila euro e per la quale è stata disposta un’interdittiva di un anno.
Sono state inflitte una serie di pene accessorie: Li Castri, Monteleone e Lupo sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, Seminerio per 5 anni, mentre Terrani e Lo Cascio per un anno. Infine è stata disposta la trasmissione della sentenza alla procura generale della Corte dei conti per i danni erariali. I giudici hanno quasi integralmente accolto le richieste dei sostituti procuratori Giovanni Antoci e Andrea Fusco.
L’inchiesta, partita nel 2019 con arresti che scattarono nel 2020, scaturì da dichiarazioni del pentito di mafia di Belmonte Mezzagno Filippo Salvatore Bisconti, anche lui architetto e impegnato nell’edilizia. I carabinieri e i finanzieri indagarono su alcune lottizzazioni nelle aree industriali dismesse dell’ex Keller di via Maltese, alcuni capannoni in via Messina Marine e dell’ex fabbrica di agrumi a San Lorenzo. Piani approvati in consiglio comunale in cambio, secondo l’accusa, di mazzette.
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