Pubblicato dal governo Musumeci il decreto che dispone il fermo pesca temporaneo, misura obbligatoria per il 2021.
“Si tratta di un fermo biologico – spiega l’assessore regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea Toni Scilla – che cerca di aderire quanto più possibile al periodo emergenziale che le marinerie siciliane stanno attraversando a causa della pandemia e che consente alle imprese di pesca di scegliere il periodo di arresto in relazione all’andamento dei mercati”.
“La novità saliente di quest’anno – aggiunge – riguarda l’ampia forchetta temporale in cui le unità da pesca abilitate allo strascico potranno fermarsi per 30 giorni continuativi, da oggi al 31 dicembre 2021″.
Il fermo mira anche alla salvaguardia degli stock ittici demersali, che si avvantaggiano in questo caso di una pausa, anche se parziale, ad autunno inoltrato, periodo di maggiore reclutamento tra gli individui giovanili di una stessa specie.
Tutelare il lavoro delle imprese della pesca in Sicilia, strette dalla riduzione del numero di giornate in mare con misure tecniche eccessivamente rigide e da una concorrenza sleale delle flotte dei Paesi rivieraschi che danneggia l’economia locale e vanifica gli sforzi di gestione delle risorse. Lo ha chiesto pochi giorni fa Federpesca Sicilia che ha incontrato il sottosegretario alla pesca Francesco Battistoni.
“Ringraziamo il sottosegretario per la sensibilità e l’attenzione dimostrate – ha detto Sante Adamo di Federpesca per la Regione Sicilia – le imprese di pesca siciliane vivono una situazione di sofferenza ormai da troppo tempo per tanti motivi che vanno ad interagire con la rigidità del calendario e le condizioni meteomarine, determinando una pericolosa contrazione dei margini di redditività ormai prossimo al limite della sostenibilità economica delle imprese, pregiudicandone le condizioni di sicurezza dell’attività”.
E a proposito della concorrenza sleale, Adamo ha chiesto al sottosegretario “di adoperarsi nella definizione di misure gestionali condivise tra tutti i Paesi che hanno accesso agli stessi stock ittici, non imputando alla sola flotta da pesca siciliana la regolazione unilaterale dello sforzo di pesca e un impegno nella definizione di nuove misure di gestione che tengano conto, insieme alla sostenibilità ambientale, anche di quella sociale ed economica che è vitale per le imprese di pesca e per l’intera economia regionale”.
Giovedì 29 luglio l’assessore Scilla dichiarò: “Ci sono regolamenti illogici che non differenziano la pesca nel Mediterraneo da quella atlantica. E questo non fa bene alla nostra marineria. Nel nostro ‘mare nostrum’ ci sono qualità di pesce necessarie per la dieta mediterranea, ecco perché non si può legiferare o scrivere regolamenti senza guardare anche a questo”.
Per l’Assessore della Giunta Musumeci “tutto quello che il Governo nazionale può fare sul piano normativo, deve farlo”. Toni Scilla a Mazara del Vallo ha firmato la petizione, insieme al sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci.