Gli ex percettori del reddito di cittadinanza tornano in piazza a Palermo. E’ stata annunciato una nuova mobilitazione davanti alla sede della presidenza della Regione Siciliana posta in piazza Indipendenza. I manifestanti si raduneranno sul posto martedì 27 febbraio a partire dalle 9.30. I partecipanti al presidio, scrivono in una nota, protesteranno per l’abolizione di alcune misure di stato sociale (come il reddito di cittadinanza), nonchè per le condizioni di indigenza economica a cui sono sottoposti i siciliani.
Ex percettori del reddito tornano in piazza
“La Sicilia è al primo posto per rischio povertà”, recita un messaggio diffuso sui social dagli organizzatori. Dall’abolizione della misura introdotta dall’ex Governo guidato da Giuseppe Conte, molto è cambiato. La platea degli ex percettori si è differenziata fra chi oggi riceve il cosiddetto assegno d’inclusione, chi ha aderito ai progetti d’inserimento al mondo del lavoro e chi è rimasto senza nulla in mano. Persone che per lo Stato sono impiegabili ma che al momento sono ancora a caccia di una mansione remunerativa.
“Scendiamo a manifestare con tutti i nostri iscritti per reclamare i diritti dei cittadini – sottolinea Tony Guarino del coordinamento UGS -. Noi paleseremo al presidente della Regione Siciliana che la gente è in stato di abbandono. Non è possibile continuare così. Conosco persone con sfratto esecutivo alla mano. Si parla di un consistente numero di cittadini che addirittura attendono ancora attivazione dei corsi di formazione e da settembre 2023 non hanno mai ricevuto nessuna forma di sussidio. Questi atti di sciacallaggio nei confronti dei poveri sono vergognosi. Un vero e proprio accanimento sociale sulla gente fragile che ogni giorno lotta per la dignità o per un pasto caldo”.
“Il contesto economico e sociale della Sicilia è tra i più disastrosi in Europa – sottolinea Davide Grasso dell’associazione “Basta Volerlo” -. Non lo dico certo io, i numeri parlano chiaro. In Sicilia lavora solo il 46,2% della popolazione che ha un’età tra i 20-64, mentre nel resto d’Italia la percentuale è del 65%. Ci sono paesi europei come la Finlandia e la Svezia dove l’occupazione sfiora il 90%. Siamo al primo posto per rischio povertà, questo fenomeno interessa il 38% dei siciliani e sicumente non per colpa nostra, ma per colpa di scelte politiche sbagliate che ci hanno portato in questa situazione”.
“E cosa ci raccontano? Una falsa verità – prosegue Grasso -, ovvero che il nuovo sussidio, l’assegno di inclusione è mediamente più alto rispetto al reddito di cittadinanza. Ma certo, hanno tagliato fuori tutti coloro che percepivano solo la quota dell’affitto, 280€ al mese o meno. Quello che serve è una vera riforma del lavoro, servono incentivi per le imprese affinché vengano in Sicilia, servono investimenti sulle infrastrutture e sui servizi“.
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