“Presi in carico o scaricati?“: questa la domanda che si sono posti questa mattina i percettori del reddito di cittadinanza. Una delegazione dell’associazione “Basta Volerlo” ha protestato sotto gli uffici dei Servizi Sociali di Palermo, posti in via Garibaldi. Qualcuno mostra l’SMS ricevuto dal numero verde dell’INPS. Un messaggio laconico in cui gli veniva comunicata la sospensione del sussidio e piombato nella vita di 170.000 famiglie a livello nazionale. Di queste, circa 30.000 sono siciliane, la metà circa risiede nella provincia di Palermo. Una vera bomba sociale che si è riversata sugli uffici dei Servizi Sociali, chiamati a fare da raccordo fra chi sta uscendo dal percorso introdotto dall’ex Governo Conte per incanalarsi nei nuovi sistemi di welfare.
La protesta sotto gli uffici dei Servizi Sociali
Dal Governo Meloni il messaggio è stato chiaro: non si torna indietro. Ma i manifestanti non ci stanno, chiedendo invece l’attivazione dei PUC e del percorso formativo per entrare all’interno del mondo del lavoro. Un meccanismo che al Sud, ma soprattutto in Sicilia, non ha mai funzionato a pieno, anzi in molti casi non ha proprio funzionato. Poche le offerte di lavoro rispetto all’enorme platea che è rientrata nei requisiti del sussidio. Fatto che rischia di aprire una frattura a livello sociale, soprattutto al Sud. “Noi siamo vicini ai percettori del reddito di cittadinanza – ha dichiarato Tony Guarino, esponente dell’associazione “Basta Volerlo” -. Il Governo Meloni ha mandato un SMS di morte. E’ come se avessero detto alla gente ‘da oggi sei povero e morirai di fame. Fai quello che vuoi ma io non ti supporterò’. Noi dobbiamo tutelare queste persone. Dobbiamo stare vicino ai poveri. Quello che ha fatto il Governo Meloni, di abbandonare questa gente, non lo accettiamo. Chiediamo la presa in carico degli uffici dell’assessore Pennino. Le parole non le accettiamo più. Vogliamo i fatti, a costo di dormire qui”.
Un gruppo di manifestanti, circa un centinaio, fra i quali c’è anche Gaetano Abbate. Un percettore del reddito di cittadinanza come un altro che, commentando la sospensione del sussidio, ha voluto mandare un suo personale messaggio alle istituzioni. “Ci dicono che siamo dei fannulloni, che stiamo seduti sulla poltrona. Ora che hanno tolto questo piccolo reddito di inclusione che ci davano, perchè non ci assegnano un lavoro? Che cosa c’è di sbagliato? Da Roma è tutto facile. E’ comodo parlare. Perchè non danno un lavoro ai poveri. Non vivono le nostre sofferenze. Non c’è la volontà di alzare l’asticella sociale. E’ facile staccare il reddito. Hanno creato soltanto un disagio. E’ facile schiacciare un bottone e dire ai poveri ‘da oggi non mangiate più’.
Il disagio evidentemente c’è. La protesta di Palermo è solo l’ultima di una lunga serie di sit-in che hanno interessato diverse città italiane, fra le quali figurano grandi centri urbani come Napoli. “Questo Governo sta tornando indietro di cinque anni – sottolinea il presidente dell’associazione “Basta Volerlo” Davide Grasso -. Un periodo in cui la gente lavorava in nero, veniva sfruttata, lavorava per due o tre euro l’ora. Noi non ci stiamo. Vogliamo che la gente venga presa in carico subito dai Servizi Sociali. Per gli altri nuclei familiari, servono garanzie”. Una folta platea di persone che teme per il proprio futuro, anche in vista delle ferie della stagione estiva. “Mentre qualcuno andrà in ferie, qualcuno avrà il problema di sfamare la famiglie o pagare l’affitto – sottolinea Grasso -. Ad agosto queste persone come devono vivere? Il lavoro regolare in Sicilia manca. Sono solo 113 le offerte lavorative sul sito della Regione Siciliana, contro 500.000 percettori del reddito di cittadinanza sull’Isola. C’è troppa differenza fra domanda ed offerta”.
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