I manifestanti sono stati ricevuti negli uffici di via Cavour

Percettori del reddito protestano in Prefettura, “Con 350 euro non si vive dignitosamente”


Lavoro, rispetto e dignità“: questo lo slogan intonato da una delegazione dei percettori del reddito di cittadinanza che, questa mattina, si è data appuntamento davanti alla Prefettura di Palermo per protestare contro le modifiche apportate al sussidio dal Governo nazionale. Il sit-in, organizzato dall’associazione “Basta Volerlo”, è l’ultima di una lunga serie di manifestazioni andate in scena nel capoluogo siciliano e a Roma. In seguito alla protesta, i manifestanti sono stati ricevuti dal Prefetto intorno alle 11.

Guarino: “Con 350 euro non si vive dignitosamente”

A spiegare le ragioni della protesta è uno degli organizzatori, ovvero Tony Guarino. “Siamo qui a manifestare contro questo Governo, contro l’elemosina che propone ai percettori del reddito di cittadinanza. Abbiamo persone, padri di famiglia con un’età media di 50 anni, che avranno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro”. Problemi che il percettore del reddito riconduce a mancati servizi forniti a livello regionale. “I corsi di formazione non sono partiti. La Regione Siciliana, che ci aveva fatto tante promesse, ha cercato di abbandonare i propri cittadini”. Poi una parentesi sulle scelte del Governo nazionale. E’ vergognoso vedere il Governo italiano – sottolinea Guarino – continuare a fornire armi all’Ucraina quando poi ci sono persone che rischiano di finire in mezzo allo strada. Con 350 euro una persona non può vivere dignitosamente. Non accettiamo l’elemosina di Stato. Non ci sono percettori di categoria A e di categoria B. Siamo tutti uguali e meritiamo di essere rispettati“.

Grasso: “Manovra che danneggia i siciliani e i meridionali”

Una situazione che, a giudizio dei manifestanti, interessa di più la Sicilia e il Sud Italia in generale. Ad evidenziarlo è il presidente dell’associazione “Basta Volerlo” Davide Grasso.  “Questo Governo insiste nella volontà di togliere il reddito di cittadinanza già da settembre, sostituendolo con uno strumento di attivazione con i nuclei familiari in cui ci sono soltanto i componenti in età lavorativa. Ma essere in età lavorativa, non vuol dire avere un lavoro. Ciò soprattutto in Sicilia dove il tasso di disoccupazione è altissimo e il 22% dei percettori complessivo del reddito è siciliano e il 73% risiede al Sud. E’ un cambiamento che colpirà soprattutto i meridionali. Chiediamo che sia rispettata la dignità sociale delle persone povere. E se c’erano dei soldi da prendere, che li vadano a chiedere ai ricchi e non ai poveri”.

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