Era il 9 maggio del 1978 e Peppino Impastato veniva barbaramente ammazzato. Oggi, a distanza di 44 anni, il suo volto, le sue parole e i suoi pensieri continuano a essere attuali. Un personaggio che ancora fa parlare di sé, de suo coraggio e della sua voglia di cambiare le cose.
Chi era Peppino Impastato
Sono tante le iniziative organizzate a Cinisi in occasione del 44esimo anniversario dall’omicidio da parte della mafia di Peppino Impastato tra i quali il presidio, promosso dall’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, presso il Casolare dove nel 1978 è avvenuto l’omicidio. Speaker di Radio Aut, Peppino Impastato, era un personaggio scomodo e irriverente. Era militante di Democrazia proletaria, candidato al consiglio comunale di Cinisi. Fu ucciso nel giorno in cui doveva tenere il suo ultimo comizio elettorale. Nato a Cinisi da una famiglia mafiosa, rompe con il padre e dà il via a un’attività politico-culturale antimafia. Fonda il giornalino “L’idea socialista” e, nel 1977, dà vita a “Radio Aut”, una radio libera autofinanziata in cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, facendo nomi e cognomi. In primis quello del capomafia Tano Badalamenti. Nella trasmissione “Onda pazza”, molto seguita, sbeffeggia mafiosi e politici.
Le iniziative in sua memoria
Come detto, oggi è in programma alle 10 il presidio al Casolare. Interventi dei referenti delle associazioni, familiari e compagni di Peppino. Performance di Our Voice, performance “Fioritura Collettiva” di e con Clara Burgio, con Mariagrazia Balistreri e Desirèe Burgio). Alle 16 il Corteo da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria (Cinisi) e alle 18.30 gli interventi da Casa Memoria. Saranno esposte diverse mostre tra cui “L’atlante dei conflitti e delle forme del pacifismo nella storia recente” presso piazza Vittorio Emanuele Orlando, a Cinisi; “Ri-scatti Umani” (10 foto selezionate al concorso fotografico Guido Orlando) nell’ex casa Badalamenti; “Io non Ritratto – Peppino Impastato una storia collettiva”, mostra di Pino Manzella dedicata ai compagni/e di Peppino non più in vita (Margaret Cafè).
“Lottare sempre per la verità”
“L’esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti a rifiutare i condizionamenti criminali. È un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla”. Lo afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando in ricordo di Impastato. “Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio ordito da pezzi dello Stato. – aggiunge – Impastato pagò con la vita l’avere sfidato la mafia in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi”. “Il recupero del Casolare dove fu ucciso è – osserva – un ulteriore contributo alla gratitudine e all’ammirazione da parte di tutti e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni”.
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