I funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Palermo, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, costantemente impegnati nei controlli dei flussi di merce in import ed export dal porto del capoluogo siciliano, hanno sequestrato 54 tonnellate di pellet stipato in 2 containers provenienti dall’Egitto e destinato a una società della provincia palermitana al porto di Palermo.
La falsa dichiarazione sulle caratteristiche del prodotto
Dal confronto tra le caratteristiche chimiche e fisiche del prodotto riportate nella dichiarazione di importazione, con le risultanze delle analisi effettuate attraverso il laboratorio chimico territoriale delle dogane ed eseguite a campione sulla merce, è emerso che si trattava di pellet di legno per riscaldamento domestico di classe “A2”, non particolarmente performante in termini di potere calorifico e livello di ceneri prodotte, e non di classe “A1” – con caratteristiche di qualità merceologiche più elevate – come falsamente dichiarato.
Merce sequestrata e responsabile denunciato
Pertanto la merce è stata sequestrata e il responsabile denunciato per il reato di immissione nel territorio dello Stato di prodotti industriali con segni mendaci.
Il pellet egiziano diretto a Carini
Le 54 tonnellate di pellet stipato in 2 containers provenienti dall’Egitto e destinati a una società di Carini (Palermo).
I militari del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, hanno provveduto al sequestro.
Costanti controlli di Guardia di finanza e Agenzia delle Dogane
L’attività di servizio si inquadra nell’ambito della costante azione di controllo assicurata dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane a contrasto dei traffici illeciti che, attraverso gli spazi doganali, interessano il territorio nazionale.
Nel luglio scorso 52 denunce per frode in commercio
Nel luglio scorso oltre 5 mila le tonnellate di pellet da riscaldamento contraffatto e commercializzato in frode sequestrate dalla guardia di finanza in un’operazione a largo raggio che ha interessato tutto il territorio nazionale. In totale 52 titolari di azienda, rivenditori, produttori, importatori e grossisti del settore sono stati denunciati per i reati di contraffazione e frode in commercio. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche 47 macchinari ed impianti industriali destinati alla produzione del pellet illegale, nonché oltre un milione e mezzo di sacchi vuoti destinati ad essere riempiti ed immessi sul mercato con indicazioni mendaci e marchi di certificazione contraffatti relativamente a qualità e conformità ambientale.
Anomalie nei dati
L’operazione è nata in seguito ad un’attività di approfondimento ed analisi di rischio elaborata dai finanzieri del nucleo speciale beni e servizi di Roma che, incrociando i dati relativi alle importazioni, alla produzione nazionale, alle vendite ed ai titolari di certificazione, hanno rilevato profili di anomalia meritevoli di approfondimento attraverso l’esecuzione di interventi ispettivi mirati sul territorio. Infatti, il pellet da riscaldamento è soggetto a particolari regole destinate a garantire la qualità della filiera produttiva e la conformità ambientale del prodotto. I cilindretti di legno vengono ottenuti per compressione della segatura di legno ad alta temperatura; colle o leganti chimici non possono essere utilizzati nel processo produttivo e devono risultare assenti anche nella materia prima utilizzata.
L’importanza delle prescrizioni
Tali prescrizioni garantiscono la compatibilità ambientale del prodotto ed il regolare funzionamento dei sistemi di riscaldamento; in alcune regioni è consentito esclusivamente l’utilizzo del pellet eco compatibile. Gli interventi, coordinati dal gruppo anticontraffazione e sicurezza prodotti del nucleo speciale beni e servizi, sono stati eseguiti dai reparti territoriali del corpo in 40 province italiane. Nel corso dei controlli, eseguiti con il supporto dell’Aiel, l’associazione italiana energie agroforestali, i finanzieri hanno rilevato sia violazioni in materia di certificazione della qualità che veri e propri impianti di produzione irregolari, in quanto il pellet prodotto veniva dichiarato con caratteristiche chimico-fisiche non rispondenti al vero.
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