“La legge di riorganizzazione delle Camere di Commercio apre alla possibilità di accorpamento degli enti camerali, una mancanza totale di attenzione alle peculiarità di ogni provincia che servirà solo a bloccare lo sviluppo delle imprese locali”. Così il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo ed i parlamentari Giuseppe Arancio, Michele Catanzaro, Nello Dipasquale e Baldo Gucciardi commentano l’emendamento di Forza Italia a firma Stefania Prestigiacomo.
La legge attualmente in discussione alla Camera che propone in Sicilia le tre Camere di Commercio delle città metropolitane Palermo, Catania e Messina, mentre stabilisce che le altre sedi di Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani vengano accorpate in un’unica circoscrizione territoriale, con Siracusa capofila, guidata da un commissario ad acta.
“Le ragioni che spingono agli accorpamenti e alla riorganizzazione delle istituzioni a servizio delle imprese e dei cittadini, devono sempre fondarsi su principi che garantiscano efficienza, ed efficacia – aggiungono i parlamentari PD, che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione – e non su logiche di mero controllo politico. Il governo regionale – continuano – deve dire se è a conoscenza delle scelte nazionali e soprattutto se le condivide”.
“L’assessore alle Attività produttive (Mimmo Turano, ndr) venga a riferire in Commissione anche alla presenza dei rappresentanti di Unioncamere e delle organizzazioni datoriali. Noi – concludono – riteniamo urgente bloccare un disegno di accorpamento avviando piuttosto una riorganizzazione che sia n grado di coniugare concretamente ridimensionamento ed efficienza dei servizi a tutela del mondo del commercio”.
In una nota congiunta CONFCOOPERATIVE Sicilia, LEGACOOP Sicilia, UNCI Sicilia, UNICOOP Sicilia, CNA Sicilia, Confartigianato Sicilia, CASA Artigiani, CLAAI Sicilia, Confesercenti Sicilia nei giorni scorsi hanno scritto: “Ci interessa poco delle polemiche di parte, ci interessano poco i giochi di potere (specie se condotti sulla pelle delle Imprese). Riteniamo siano maturi i tempi per una revisione del sistema camerale siciliano a livello regionale e chiediamo al Governo della Regione di avviare immediatamente il confronto con le associazioni datoriali”.