La debacle del Partito democratico siciliano alle elezioni regionali continua ad avere ripercussioni nella dialettica interna al partito. Alla richiesta di dimissioni del segretario regionale Barbagallo, ora arriva il secco rifiuto ma da un altro fronte arriva l’allarme, “Partito dilaniato e confuso” e l’appello, “Serve una rigenerazione”
Il segretario,”Non mi dimetto”
“Non ravviso la necessità di dimettermi, ma di assumermi la responsabilità politica del risultato insieme al gruppo dirigente del Pd. Affronterò con il partito la decisione se scegliere lo scranno romano in cui sono stato eletto, oppure rimanere in Sicilia da deputato. Sarà una scelta approfondita e ponderata…”. Lo dice il segretario regionale del Pd Antony Barbagallo incontrando i giornalisti a Catania per una disamina del voto alle Regionale e alle Politiche nell’isola.
Letta parli di contenuti
A una domanda sul ‘dopo Letta’, Barbagallo ha detto: “più che di nomi, serve parlare di temi e contenuti”. “Il Mezzogiorno – ha aggiunto – deve tornare a essere in cima all’agenda del partito nazionale. Pensavamo di andare con il M5s, ma il quadro all’ultimo è cambiato per la loro improvvisa marcia indietro. In questo clima di difficoltà il partito siciliano ha risposto con un’affermazione importante di 224 mila preferenze ed 11 parlamentari. Siamo la prima opposizione in Parlamento”.
“Nessun pregiudizio su M5s, ma ferita resta aperta”
“Bisogna essere anche schietti – ammette Barbagallo – :serve aprire una nuova fase nel partito, serve rigenerarlo, portare le nuove generazioni, nuova classe dirigente anche in vista del congresso nazionale. A metà ottobre al parlamento nazionale e ai primi di novembre quando si insidierà l’Ars, eserciteremo il nostro ruolo di opposizione in modo attento e sui temi che condividiamo assieme ai M5s. Se ci saranno questioni comuni li affronteremo. Non ho alcun pregiudizio con i Cinque stelle, ma resta la ferita della loro marcia indietro a giorni dal voto sanguina ancora. Avremmo raccontato un’altra elezione, una storia diversa a partire dal nostro candidato Caterina Chinnici”.
“Barbagallo non si dimette? Rischia di restare per accendere e spegnere la luce”
La replica di Antonio Rubino, esponente Dem, non si è fatta attendere. “Il fatto che Barbagallo dichiari di non ravvisare le ragioni per dimettersi dà la cifra della statura politica del segretario regionale. Abbiamo perso malamente e senza appello, c’è un partito dilaniato e confuso, non abbiamo centrato nessuno degli obiettivi politici a cominciare da un’alleanza sgangherata iniziata come farsa e finita in tragedia: ecco alcune delle ragioni per le quali deve liberare il PD dalla sua segreteria informandolo, al contempo, che del suo destino personale, se in Sicilia o a Roma, non credo interessi a nessuno. Su una cosa siamo d’accordo con lui ovvero che il partito va rigenerato e per questo deve farsi da parte senza ulteriori indugi anche per non correre il rischio di restare solo per accendere e spegnere la luce della sede del partito che ha tenuto chiusa per tutta la campagna elettorale.”
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