Uno sciopero che va avanti da più di cinque mesi. Un’astensione dal lavoro davvero da record, quella che vede impegnati i 25 saldatori e carpentieri dell’officina Osa A del Cantiere Navale di Palermo dal 28 febbraio scorso. Da allora, gli operai protestano, con mezz’ora al giorno di sciopero, prima della fine di ogni turno di lavoro, per la cancellazione della pausa mensa.
Con loro era stata avviata una sperimentazione da parte di Fincantieri, “per recuperare livelli di produttività”: non più una pausa di mezz’ora per il pranzo dentro l’orario di lavoro. Ma sette ore e mezza di seguito di lavoro, con soli 10 minuti di riposo. E, finito l’orario, un ticket restaurant in sostituzione del pasto. L’intervallo del pasto di fatto soppresso e spostato a fine turno.
Da quanto è scattato lo sciopero, il contestatissimo provvedimento sperimentale non è stato più esteso a tutti gli altri operai. Il resto del cantiere, i dipendenti dell’officina Umo, dell’assistenza e della manutenzione, continuano a fare i turni alla vecchia maniera: dalle 6 alle 14 e dalla 14 alle 22, con 10 minuti di pausa. E pranzano col vecchio sistema: mezz’ora di pausa pranzo dalle 11.30 alle 12 e dalle 19 alle 19.30.
Lo sciopero, che non accenna a finire, ancora prima era scattato l’8 febbraio 2016 in solidarietà al licenziamento dei 12 tra cuochi e dipendenti della mensa, altra rivoluzione scattata in seguito a un cambio d’appalto dell’azienda adibita alla ristorazione. Chiusa la storica cucina, dal momento del passaggio dalla Euroristorazione alla Cot il cibo è stato preparato negli impianti di Brancaccio dell’azienda subentrante.
C’è una causa in corso, patrocinata dall’ufficio legale della Fiom Cgil e della Filcams Cgil Palermo, a tutela degli addetti alla mensa licenziati, contro l’azienda che ha vinto l’appalto e non li ha riassunti. E intanto lo sciopero dei 25 continua. Anche se il malumore è diffuso tra tutti e 459 i dipendenti, perché il cibo che arriva in mensa è ritenuto di qualità scadente. “La mensa è un disastro. Gli operai sono costretti a servirsi di un pasto immangiabile, che arriva da fuori, quando dovrebbe essere confezionato nelle cucine del cantiere, come avviene in tutti gli altri stabilimenti Fincantieri d’Italia – dichiara Francesco Foti, della segreteria Fiom Cgil Palermo – E tutto questo per un gioco al risparmio. Chiediamo che sia ripristinato il vecchio servizio mensa e che vengano concessi anche 20 minuti di pausa mensa, ma almeno con un pasto commestibile. La Cot sta violando le leggi: non viene garantito il servizio con la ristorazione interna come in tutti i cantieri navali. Chiediamo inoltre che i lavoratori disoccupati possano tornare al lavoro”. “Questa sperimentazione – aggiunge Foti – non ha portato alcun risultato. Gli ultimi dati dimostrano che il Cantiere Navale di Palermo viaggia sotto gli standard di efficienza; per la prima volta quest’anno non abbiamo avuto il premio di produttività”.
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