Palermo

Paura a Carini, auto si ribalta, un palermitano grave in ospedale

Intorno alle ore 13:15 circa di oggi una squadra di vigili del fuoco del distaccamento di Carini è intervenuta in via Don Luigi Sturzo, a Carini, a causa di un incidente stradale.

Un’autovettura ha urtato contro un palo ribaltandosi. Il conducente è stato estratto dalla macchina è consegnato al personale sanitario del 118 per il successivo trasporto in ospedale. La squadra dei vigili del fuoco è ancora sul posto per le operazioni di messa in sicurezza dell’area. Sul posto presenti agenti della Polizia Municipale di Carini.

I funerali di Gnoffo

Dolore e lacrime. Per una fine improvvisa e crudele. Aveva solo 18 anni Simone Gnoffo, morto in un incidente a Monte Pellegrino, ed attorno alla sua bara c’erano tutti. I genitori, la sorella, i nonni. E poi gli amici ed i compagni che oggi non sono andati a scuola per dargli l’ultimo saluto.

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Chiesa gremita

La chiesa Maria Santissima Madre della Misericordia, in via Liguria, si è riempita per salutare Simone Gnoffo. Tanti gli studenti del Pareto Einaudi e non solo della classe IV B che frequentava Simone. Ci sono i ragazzi del liceo Ernesto Basile, studenti dell’insegnante Anna Cusimano, la mamma di Simone. Presenti anche i ragazzi che il liceo lo hanno finito ma il ricordo della loro amata professoressa è ancora grande e vogliono starle accanto.

Come riferisce il Giornale di Sicilia, in prima fila oltre a mamma Anna, ci sono papà Mimmo, la sorella Sofia e i nonni. C’è Samuele Ferla, il migliore amico di Simone che è stato con lui in ospedale negli ultimi momenti di vita, prima di spirare. Si abbracciano con i genitori e piangono guardando la sua foto sopra alla bara. Oltre ai fiori, sulla cassa in legno ci sono anche il casco, una felpa e i guanti da moto di Simone che voleranno con lui da qualche altra parte.

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Padre Giuseppe Bruno, “Non ci sono parole per riempire il vuoto”

“Dinanzi alla morte l’unica cosa che ci sembra naturale è piangere e gridare anche contro Dio ma Lui non vuole la morte dei peccatori figuriamoci la morte dei figli – dice padre Giuseppe Bruno durante l’omelia – Simone andrà al cimitero. La parola cimitero significa dormitorio, perché Simone è in attesa di essere risvegliato. Non è possibile che il suo corpo resti nella tomba perché attraverso di lui è passato l’amore, quello dei suoi genitori, dei suoi amici, di tutti voi che siete qui. L’amore è l’unica cosa che non si dice a parole, si fa. Passa attraverso i baci e gli abbracci. Gesù dice: ‘Chiunque crede in me anche se muore vive’. Simone sarà stato contento di fare questo passaggio, avendo accanto il suo migliore amico, Samuele. Non ci sono parole che possano riempire il vuoto di una vita che poteva creare un mondo e non ci provo neanch’io. La morte è un incidente di percorso che dovremo affrontare tutti e dobbiamo ricordarci che i nostri giorni sono contati”.

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