Momenti di tensione al corteo degli studenti a Palermo. Una trentina di giovani vestiti tutti di nero ha cercato di spezzare in due il lungo serpentone che ha occupato gran parte della via Libertà e la via Ruggero Settimo.
Al momento la manifestazione era una grande festa. Hanno spezzato in due gli studenti creando il panico.
Tanta gente, anche genitori con i figli delle scuole medie ha rischiato di essere schiacciata sul cantiere della metropolitana.
“Sono stati attimi di paura, mio figlio è ancora scosso – dice Giovanni Guadagna – Io sto accompagnando mio figlio alla manifestazione. Siamo dovuti fuggire. Questo gruppo di giovani vestiti di nero ha fatto irruzione nella zona di via Ruggero Settimo nei pressi dell’ex palazzo dell’Msi. Hanno caricato i giovani studenti. Noi siamo fuggiti. Al momento il corteo è fermo e ci sono i poliziotti antisommossa che sono intervenuti in massa. Fino a quel punto il corteo è stata una meravigliosa espressione di democrazia”.
Il gruppetto di giovani vestiti di nero dopo avere gettato il panico nel corteo è fuggito per le strade limitrofe. La polizia li sta cercando. La trentina di giovani hanno cercato subito di provocare gli studenti.
“Sono intervenute alcune donne che si trovavano nei pressi del corteo e hanno creato un cordone – dice Giovanni Guadagna che ha accompagnato il figlio di 11 anni alla manifestazione – Poco dopo hanno iniziato a risalire contro mano il serpentone creando scompiglio tanto che noi genitori siamo dovuti scappare con gli studenti più piccoli rischiando di finire contro il cantiere della metropolitana. Peccato. Era una giornata di festa per mio figlio. Adesso insieme ai suoi compagni è impaurito per quanto ha visto. Avevano in mano bandiere tricolori e quelle gialle di Lotta Studentesca”.
Ci sarebbe qualcuno che dai balconi di via Ruggero Settimo ha ripreso quanto accaduto. Lo hanno detto gli studenti alle forze dell’ordine presenti al corteo.
Diversa la versione di Lotta Studentesca. i giovani di destra dicono di essere stati caricati dai centri sociali (LEGGI QUI)
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