Patrizia Di Dio è stata rieletta all’unanimità e per acclamazione presidente di Confcommercio Palermo. L’assemblea elettiva si è svolta stamattina su piattaforma telematica con la partecipazione dei presidenti di categoria (la Federazione di Palermo conta 60 associazioni). Dopo la elezione della presidente, l’assemblea ha proceduto alla nomina dei 21 componenti del consiglio direttivo.
“Sono orgogliosa di continuare a rappresentare Confcommercio Palermo – ha detto la Di Dio subito dopo la rielezione -. L’unanimità dei voti è il segnale che è stato fatto un buon lavoro da parte di tutti quelli che, insieme a me, si sono impegnati a sostegno delle aziende e per lo sviluppo. In questi 5 anni Confcommercio Palermo è cresciuta tantissimo, lo dicono i numeri, lo testimonia la tenacia con cui siamo stati protagonisti di un “cambiamento” e di una visione prospettica economica e sociale nuova. Insieme abbiamo dimostrato di saper guardare al futuro con occhi nuovi, con perseveranza, responsabilità, credibilità e soprattutto coerenza. Abbiamo riempito di contenuti il concetto di “rappresentanza” a cui siamo stati chiamati. E ci abbiamo sempre messo la faccia”.
“Siamo un’organizzazione grande e diffusa sul territorio che del mondo imprenditoriale desidera rappresentare non solo l’impegno, la capacità, la perseveranza e la passione ma anche gli irrinunciabili valori di vita, personali e di azienda. Essere presidente di Confcommercio Palermo, quinta città d’Italia e simbolo del Sud Italia, sia per le difficoltà che per le opportunità, ed essere al contempo vicepresidente nazionale mi permetterà di fare emergere le peculiarità che vive il sistema al Sud”.
“Il nuovo mandato si apre nel momento più delicato della nostra storia. Viviamo un’epoca nuova, i confini di un tempo sono travolti, la pandemia ha accentuato questo stravolgimento, ha imposto una dimensione ampia dei modelli digitali: dovremo tutti affinare competenze in questo campo, non chiuderci nel vittimismo che non porta a nulla. Dovremo gestire trasformazioni radicali integrando commercio fisico e online nella identità consolidata, nella socialità che pratichiamo, nei valori economici di vita che sentiamo. Non per conservare con nostalgia un mondo “tradizionale” ma per salvare le nostre città dalla desertificazione progressiva in cui precipiterebbero senza i negozi, per impedire che diventino luoghi indistinti e spenti”.
“Proprio in questi mesi abbiamo capito quanto siano per noi preziosi gesti rituali e semplici come prendere un caffè, fare shopping, andare a cena con gli amici. Dovremo indicare soluzioni alla crisi delle aziende per sostenerle con strumenti concreti, con servizi materiali di accesso al credito, di formazione digitale. Dobbiamo prepararci al mondo che cambia, che non aspetta né torna indietro. Serve una nuova cultura e servono nuovi modi”.
“Dobbiamo saper cogliere il senso storico della nuova Europa – conclude la Di Dio -, utilizzare per l’immediato futuro risorse mai così abbondanti come quelle del Recovery Fund. Da questa crisi tremenda e funesta può nascere un mondo nuovo. Dobbiamo renderlo possibile. Dovremo essere capaci di percorrere strade nuove per superare questo grave momento di crisi, intercettando il cambiamento”.
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