Con l’auto blu, da Palermo a Cefalù, Maurizio Messina, il fido autista di Gianfranco Micciché, avrebbe portato tutto quello che sarebbe servito all’ex presidente dell’Ars. A volte il pane, in altre le sigarette, fino alla pasta al forno per il suo compleanno. E’ quanto emerge nell’inchiesta della Procura di Palermo che ha indagato Micciché, destinatario della misura del divieto di dimora a Cefalù, per peculato, truffa e false attestazioni.

Il pranzo a base di fave

Uno dei primi episodi emersi nell’inchiesta della Procura di Palermo risale al marzo dello scorso anno quando uno stretto collaboratore di Micciché mentre si trovava a bordo dell’auto blu con Messina si sarebbe sentito con l’ex presidente dell’Assemblea Regionale, in quel momento a Cefalù. Quella macchina da Palermo sarebbe arrivata a Cefalù per poi ritornare nel capoluogo siciliano. Ed in quella porzione di tempo, ci sono delle conversazioni tra l’assistente e Micciché che parlano di un pranzo a base di fave. “Fave fantastiche, siete siate stati promossi” commenta Micciché, “non gli ho messo l’aglio, zero” risponde il suo collaboratore.

“… e comprami le sigarette”

Il 28 marzo, dai riscontri dei magistrati, Micciché avrebbe contattato Messina che sarebbe dovuto recarsi a Cefalù in compagnia di altre persone, non identificate dagli inquirenti. “Ti volevo dire soltanto che se vogliono arrivare un poco prima, per me io sono qua, ho finito di mangiare” dice l’ex presidente dell’Ars al suo autista a cui avrebbe anche chiesto di comprargli le sigarette. E Messina, come accertato dagli inquirenti, si presenterà a bordo dell’Audi Q3.

A Cefalù per prendere il vino

Emergono altri elementi anche nel giorno del compleanno di Micciché, infatti, secondo quanto prospettato dall’accusa, il suo autista avrebbe avuto indicazioni del deputato regionale di recarsi nella sua abitazione a Cefalù per “prendere il vino” ma nel corso della giornata i pm intercettano una telefonata tra lo chef Mario Di Ferro, che ha patteggiato 4 anni di reclusione nell’ambito del procedimento sulla cessione di cocaina, tra cui anche a Micciché, con l’ex presidente dell’Ars.

“Ti sta portando la pasta al forno”

“Qua c’è Maurizio che si sta portando le due teglie di pasta al forno ed il gateaux” dice lo chef rivolgendosi a Micciché, a conferma, secondo l’accusa, di come l’autista fosse a disposizioni delle sue faccende private. Nella stessa ordinanza, per i magistrati lo chef e Micciché avrebbero discusso delle dosi di cocaina, attraverso un codice.

“Al bar niente di che, c’è lo sfincionello”

Nella giornata del 3 maggio, gli inquirenti sostengono che Micciché si trovasse insieme a Messina, con l’auto di servizio, e del suo collaboratore per una visita medica a Palermo per poi recarsi a Cefalù. Il braccio destro del parlamentare si sarebbe prodigato a comprare da mangiare. “Al bar non c’è niente di che… pasta al forno, lasagne, sfincionello”.

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