Mettere in atto la potenza della Pasqua, affinché tutti possano contribuire alla trasfigurazione delle nostre città, perché esse siano liberate da tutte quelle pietre tombali che schiacciano e feriscono la convivenza umana. Il messaggio dell’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice per le celebrazioni pasquali è un manifesto in nome delle Resurrezione, religiosa e civile. Lorefice affronta i drammi vissuti dalla gente più umile e più debole. Il suo messaggio, colmo di speranza e carità, è anche uno sprone contro l’inerzia, per rimuovere quel che non funziona e non può essere più tollerato: dall’emergenza crack che sta avvelenando i più giovani, alle nuove povertà, passando, infine, per l’immane dramma delle migrazioni, da trattare non come problema bensì come emergenza per salvare quelle vite umane, il cui destino è appeso ai flutti del Canale di Sicilia.
L’appello alla comunità cristiana
Lorefice lancia un appello alla comunità cristiana: “L’itinerario quaresimale è il cuore della fede cristiana che richiede di fare memoria. La memoria che si fa è quella di un Gesù che ci ha consegnato la parola definitiva che Dio ha nei confronti dell’intera famiglia umana, per essere riscattata dal male, per essere riscattata dalla morte e dalla divisione”.
“Scoperchiare le pietre che appesantiscono la vita umana”
“Fare Pasqua attraverso i riti pasquale significa che noi vogliamo far regnare però l’energia della Pasqua, che è di resurrezione, di riscatto. E penso che questo sia il modo migliore per celebrare per noi cristiani la Pasqua dentro le nostre città. Mi piacerebbe anche l’immagine di quel sepolcro vuoto, perché è stato un sepolcro scoperchiato, scoperchiato da quella pietra tombale che oggi ci chiede di andare a scoperchiare tutte le pietre che appesantiscono la vita umana in questi giorni”.
Crack e mafia, sistemi da combattere
Le pietre da scoperchiare a Palermo sono pesanti quanto innumerevoli: “Penso ai grandi drammi della nostra città, ai nostri giovani, penso al problema del crack. Non possiamo assolutamente continuare ad assistere quasi inermi a questa strumentalizzazione dei giovani che sono allettati da false felicità e invece vengono cercati solo per una strumentalizzazione. Vediamo che, tra l’altro, anche le organizzazioni mafiose stanno di nuovo investendo sullo spaccio degli stupefacenti. Questo non lo dobbiamo dimenticare”.
Per Lorefice è il momento di “dire basta a questa sensazione di distanza, di mancanza di responsabilità rispetto ai temi emergenti, come a quello delle povertà, che aumentano nella nostra città. Dall’emergenza casa a quella delle persone disabili.
Ripensare alla cittadinanza attiva
C’è bisogno di nuovo di ripensare anche a una cittadinanza attiva. C’è da ripensare a una democrazia di partecipazione: ma vedo anche il grande rischio di quella cifra che spiega come a Palermo, più del 60% degli aventi diritti al voto, non si reca alle urne.
Lorefice parla anche del dramma dei migranti e ricorda una scena drammatica, con il corpo senza vita di un uomo che galleggiava sul Mediterraneo con le braccia spalancate. Mi è stato detto, “padre Corrado, questo è Cristo crocifisso e questo non lo dobbiamo dimenticare. Penso che oggi più che mai abbiamo bisogno di riappropriarci del problema, per esempio dei migranti, non come un problema, ma come un’emergenza, una questione di coscienza umana. Dobbiamo recuperare l’Europa e l’Italia. Dietro alla Pasqua di Cristo significa realmente andare a individuare pietre che bisogna srotolare. E questa è secondo me, la cosa più essenziale è farlo insieme nella sinergia”.
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