- Il Premier Conte annaspa alla ricerca di alleanze per dar vita al suo terzo governo
- I sondaggi lo accreditano del 16% se avviasse un proprio partito
- Dalla Sicilia ecco chi pensa di prendere la palla al balzo per tornare in auge
Il partito di Giuseppe Conte al 16%. Basta nominarlo e , secondo un sondaggio Swg, già l’inesistente partito del Premier sarebbe pronto a raccogliere consensi inserendosi al quarto posto in Italia (il primo partito sarebbe la Lega) e al secondo nella coalizione attualmente al governo fra il Pd e i 5 stelle, esattamente a metà strada, poco sotto il Pd e poco sopra i pentastellati. Una eventualità difficile perché i ‘gialli di governo’ non permetteranno mai al Premier di restare in sella e di dar vita contemporaneamente ad un suo partito. Ma nonostante c’è chi già è pronto a saltare sul carro del vincitore o quantomeno del nuovo soggetto protagonista della scena politica.
E, tanto per cambiare, il laboratorio politico potrebbe nascere in Sicilia. In realtà nulla di nuovo sotto il sole ma soltanto una virata di un progetto già in fase di formazione verso una idea centrista a trazione Giuseppe Conte. Il contenitore potrebbe essere il costituente partito centrista di Bruno Tabacci che in Sicilia avrebbe come referente (o almeno uno dei referenti) Francesco Attaguile, cugino dell’ex leghista Angelo e importante ‘direttore’ regionale passato sotto tanti presidenti, da Angelo Capodicasa, presidente di Sinistra, a Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, sempre con ruoli tecnici, mai politici.
La formazione di Tabacci potrebbe, adesso, accelerare, secondo le indiscrezioni de La Sicilia anche perché una quarta gamba a Conte serve. E un partito formalmente non riferibile al Premier sarebbe utile per salvare ‘capra e cavoli’.
Così circolano nomi in modo insistente anche se senza conferme di alcun tipo. Si passa da Messina con uno sguardo all’ex Ministro Gianpiero D’Alia e all’ex deputato regionale Carmelo Lo Monte, fino a Palermo guardando, invece, all’ex Ministro Salvatore Cardinale che in parlamento ha una figlia, Daniela, eletta nel Pd ma attualmente senza collocazione non avendo aderito a Italia Viva e trovandosi ora nel gruppo misto. E sullo sfondo c’è chi fa anche il nome del siracusano Pippo Gianni e perfino del catanese Giovanni Pistorio, per due volte assessore regionale con governi molto diversi fra loro come Cuffaro e Crocetta, che però non sembra essere di questa partita.
Molto dipenderà dalla posizione dei firmatari della Carta dei valori del centro che forse avranno difficoltà se l’idea diventerà quella di essere una stampella di Conte essendo in tanti impegnati nel governo di Musumeci. E quelli che non sono nella coalizione di Centrodestra sono, invece, di Italia Viva che in questa partita è stata centrale nel bene o nel male a seconda dei punti di vista
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