Le attività di controllo sono iniziate da Petralia Sottana e Castellana e, secondo quanto previsto nello specifico piano e dal quadro normativo di riferimento che l’Ente Parco sta applicando, proseguiranno anche nei prossimi giorni in altre aree in cui la presenza della specie è particolarmente cospicua.
I primi capi derivanti dalle attività di controllo saranno destinati per il supporto alimentare di rare specie di rapaci necrofagi, a Piano Farina ed alle voliere in cui sono alloggiati i grifoni allestite a Isnello.
“Si tratta di una notizia molto attesa dalla comunità madonita e che sottolinea l’attenzione massima verso questa problematica da parte dell’Ente Parco”, afferma il Commissario straordinario Salvatore Caltagirone. Si rafforza, infine, il partenariato interistituzionale tra soggetti pubblici ed i privati aderenti alla long list per l’utilizzo delle carni degli ungulati selvatici derivanti dagli interventi di controllo.
Tra i primi a supportare le attività di gestione, il Comune di Castelbuono che tramite il sindaco Mario Cicero ha offerto la propria disponibilità a collaborare fornendo un prezioso supporto logistico mettendo a disposizione locali idonei a garantire la catena del freddo ed un adeguato stoccaggio dei capi. Anche il Comune di Collesano (dove sono previsti i prossimi interventi) guidato da Tiziana Cascio e l’amministrazione di Isnello retta da Marcello Catanzaro hanno già espresso ufficialmente adesione al partenariato: forniranno entrambi idonee strutture per agevolare le operazioni di gestione dei capi.
L’Ente Parco delle Madonie si è aggiudicato un bando pubblico di finanziamento, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, per un progetto di “Conservazione, ripopolamento e caratterizzazione genetica di specie vegetali endemiche e rare minacciate del Parco delle Madonie”.
Il programma, a valere sui fondi del Pnrr, è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del progetto NextgenerationEu, e punta a tutelare, nell’ambito delle specifiche competenze dell’Ente Parco, alcuni dei più delicati aspetti vegetazionali locali.
Il progetto, dell’importo di 186.464 mila euro e della durata di 20 mesi, prevede essenzialmente misure di conservazione di cinque specie endemiche delle Madonie, tra cui una specie composta da un solo individuo (Adenostyles alpina subs nebrodensis), due Ginestre (Genista demarcoi e Genista madoniensis Raimondo), una di Sorbo (Sorbus aucuparia subs praemorsa) e un intervento di traslocazione per Abies Nebrodensis, il rarissimo abete esclusivo di questo areale, di cui sopravvivono appena 30 esemplari nel vallone Madonna degli Angeli sul versante polizzano dell’Anfiteatro della Quacella.
Le aree di intervento (ad eccezione della traslocazione dell’Abies) ricadono nel territorio del Parco e di dieci Zone Speciali di Conservazione o di Zone di Protezione Speciale.