La distilleria Bertolino potrebbe anche chiudere a Partinico. Lo paventano i commissari prefettizi straordinari del Comune che in un documento indirizzato all’ex Provincia regionale di Palermo sollecitano verifiche immediate rispetto ad alcuni valori fuori norma che sarebbero stati scaricati dall’azienda nel bacino idrico tutelato. La titolare dell’azienda, Antonina Bertolino, parla di errori interpretativi che regolano la materia degli scarichi e non lesina critiche agli uffici comunali: “Vogliono chiudermi? Diciamo che la signora Bertolino ha di che vivere, ma si lascerebbero per strada 90 padri di famiglia che lavorano all’interno dell’industria per non parlare della vitivinicoltura che verrebbe messa letteralmente in ginocchio”.
I valori registrati
Il problema sarebbe emerso in seguito alla verifica da parte del Comune di alcuni scarichi che l’industria dovrebbe depurare prima di immetterli nel bacino idrico nel quale ricadono il fosso Raccuglia e il fiume Nocella, compreso all’interno dell’area del Golfo di Castellammare, considerata “sensibile” insieme al distretto idrografico locale. Il Comune asserisce che ci sarebbero stati ripetuti scarichi fuori norma di due elementi in particolare, l’azoto e il fosforo. Per questo motivo ha scritto all’ex Provincia, che ha competenze in materia di rilascio agli scarichi dell’industria, a cui chiede di valutare gli atti consequenziali, nell’atto di indirizzo si parla di revisione delle prescrizioni, diffida, sospensione o addirittura revoca dell’Aua, senza la quale l’industria cesserebbe l’attività.
“Un errore di valutazione”
“Resto sorpresa – ribatte la Bertolino – perché quando nel 2020 mi fu data l’autorizzazione fu specificato che la mia industria aveva 3 anni di tempo per adeguarsi. Questo perché furono notevolmente ridotti i limiti tabellari, che invece vigono a livello nazionale, riguardo proprio ad azoto e fosforo. Fu riconosciuto che quei limiti erano troppo restrittivi e per questo mi furono concessi tre anni. Non capisco dunque questo provvedimento. Attendo gli eventuali atti consequenziali della Provincia e poi ci muoveremo di conseguenza”.
L’imprenditrice ironica: “Ma si vuole tutelare cosa?”
La distilleria si trova in viale dei Platani, in pieno centro abitato, ed è da tempo sotto l’occhio del ciclone delle polemiche per la sua attività industriale non compatibile con la presenza di abitazioni. Anni fa ci fu anche un accordo con il Comune per la sua delocalizzazione in area periferica ma l’iter va molto a rilento. Un’azienda che è riferimento per le tante cantine del territorio dove portano il loro prodotto. “E’ l’ennesimo tentativo di farmi chiudere – sostiene l’imprenditrice -. E’ paradossale poi che il bacino idrico in cui scarico viene considerato ‘sensibile’. Così sensibile che lì scaricano i Comuni del comprensorio le proprie acque non depurate”.
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