No all’ergastolo per l’omicidio di Ana Maria Lacramioara Di Piazza perché non sarebbe provata la premeditazione, così come non ci sarebbero i motivi abietti e la crudeltà. Oggi la corte d’appello di Palermo ha reso note le motivazioni della riforma della sentenza di primo grado nei confronti dell’assassino Antonino Borgia, 55 anni di Partinico. Condanna a 19 anni e 4 mesi, con revoca del carcere a vita come era stato stabilito in primo grado e che ha fatto discutere. Borgia era difeso dall’avvocato Salvatore Bonnì.
Niente premeditazione
Per il collegio il no all’ergastolo ha come base il fatto che l’accusa non ha provato, sopra ogni ragionevole dubbio, la premeditazione. Vale a dire di aver programmato la morte della ragazza 30enne di Giardinello. Inoltre non ci sarebbero i motivi abietti e futili perché, sempre secondo la corte d’appello, non ci sarebbe un “sentimento spregevole e vile” nel suo gesto. Un’azione criminosa frutto della paura di Borgia poter perdere la propria famiglia perché sarebbe potuto venire alla suo rapporto extraconiugale. Esclusa anche la crudeltà perché, sempre secondo le motivazioni dei giudici di secondo grado, non ci sarebbe stato in Borgia l’intento di provocare sofferenze volutamente alla vittima.
La vittima
La vittima, Ana Di Piazza, era originaria della Romania ma residente a Giardinello e aveva una relazione con Borgia. L’imputato, difeso dall’avvocato Salvatore Bonnì, era originariamente accusato di omicidio volontario, premeditato e aggravato dai futili motivi, e per occultamento di cadavere. Gli hanno anche contestato il procurato aborto.
Era anche andato alla polizia come nulla fosse
Borgia dopo l’omicidio della ragazza, con la quale aveva avuto una relazione, aveva ripreso la sua normale vita ed era persino andato al commissariato di Partinico per questioni personali. Il pm in primo grado aveva spiegato che la pratica da sbrigare negli uffici di polizia era legata al suo passaporto. L’imputato, secondo l’accusa, avrebbe infatti avuto intenzione di rifugiarsi negli Stati Uniti.
Avrebbe voluto bruciare il corpo
La Procura ha inoltre messo in evidenza che da alcune intercettazioni sarebbe emersa l’intenzione di Borgia di bruciare il cadavere di Ana Maria Lacramioara Di Piazza, in particolare utilizzando dell’acido cloridrico. Gesto che non sarebbe riuscito a compiere per l’intervento dei carabinieri che avevano ritrovato il corpo della vittima. L’uomo ha ucciso la trentenne a coltellate e bastonate, secondo la ricostruzione degli inquirenti, in seguito ad una discussione avuta con l’imprenditore. Borgia ha gettato il corpo della donna in un terreno incolto a Partinico sulla statale 113.
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