Realizzata e smontata nell’arco di pochi giorni l’antenna di telefonia mobile in via Bellini a Partinico, nel cuore del centro storico. Sullo sfondo una vicenda che ha del clamoroso, con perizie giurate di tecnici e forse qualche falla che ha portato all’avvio degli interventi. Sta di fatto che il Comune ha ordinato la sospensione dei lavori, ma quando oramai erano sostanzialmente finiti, e la compagnia e il titolare dell’immobile in cui è stata eretta la stazione radio base hanno dato subito seguito.
Mastodontico impianto a due passi dal municipio
Un po’ a tutti aveva dato una strana impressione quell’enorme impianto realizzato sulla terrazza di un immobile che ricade a due passi dalla sede centrale del municipio, quindi in pieno centro storico. Ma come era possibile che si potesse fare una cosa del genere in un’area vincolata? Sul piano amministrativo tutto relativamente regolare. La compagnia telefonica, la Iliad, aveva presentato istanza con decorrenza dei termini per eventuali osservazioni degli uffici comunali. C’era poi la perizia giurata del tecnico che asseriva che la zona non fosse vincolata e dunque non era necessaria alcuna autorizzazione. Invece così non era.
Le contestazioni
Il Comune ha bloccato tutto. Ha infatti appurato che il fabbricato, oggetto dell’intervento, ricade in zona ‘A Centro Storico’ (ex zona B1) del piano regolatore generale ed è riconosciuto di “notevole interesse pubblico” come bellezza di insieme e panoramica. Inoltre le opere realizzate non risultano, secondo quanto accertato dagli uffici, supportate dal preventivo nulla osta da parte della soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo e non sarebbe neanche stata dimostrata la conformità urbanistica dell’immobile.
I soliti dubbi
D’altronde attorno a questi impianti ci sono sempre stati tanti dubbi sui loro effetti sulla salute e l’attenzione è stata sempre particolare. Di recente ad esempio è scoppiata la protesta a San Vito Lo Capo per l’installazione di una nuova antenna di telefonia mobile alla periferia del paese. Protesta spinta più che altro dalla preoccupazione di essere esposti eccessivamente a radiazioni elettromagnetiche. Ad essere stato presentato un esposto con 41 firme per chiedere l’immediato stop ai lavori alla stazione radiobase che sta sorgendo in via dell’Altipiano, ai piedi della montagna conosciuta in paese con il nome di “Piano di sopra”.
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