Roberto Lagalla ci riprova. Dopo la fumata nera di dicembre, il sindaco tenta di chiudere la partita legata alle società Partecipate. Nelle ultime settimane, l’ex Rettore ha infatti incassato il via libera a tutti gli atti contabili necessari per il prosieguo della consiliatura, non ultimo l’accordo con lo Stato. Fatto che dà al primo cittadino la giusta tranquillità per provare a fare da mediatore fra le anime di una maggioranza abbastanza disomogenea. Roberto Lagalla seguirà lo stesso di quello usato per la Giunta e le presidenze delle commissioni consiliari. A decidere prima saranno Forza Italia e Fratelli d’Italia. Seguiranno Lavoriamo per Palermo (Italia Viva), Nuova DC e Lega.
Gesap la società più ambita
La presidenza più ambita rimane quella di Gesap, ovvero la società che gestisce l’aeroporto di Palermo. Struttura sulla quale rimane probabile una privatizzazione, voluta sia dal sindaco che dal presidente della Regione Renato Schifani. Nel fine settimana è atteso un CdA che potrebbe dire molto sul futuro della società. Per il ruolo di presidente, nonostante la nomination di Matteo Salvini per Francesco Scoma, a decidere il nome più richiesto del toto Partecipate sarà Fratelli d’Italia, in particolare l’ala facente capo all’eurodeputato Giuseppe Milazzo e al deputato regionale Fabrizio Ferrara. Il duo, che ha scalato le gerarchie di partito, supporta il profilo dell’ex sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, anche se tale opzione incontra qualche resistenza proprio da Roberto Lagalla.
Per il ruolo di amministratore delegato, si porta in pole position Vito Riggio. L’ex esponente di Enac, che rappresenta una scelta dell’ala di Forza Italia, era stato dato vicino alla presidenza di Airgest (controllante dell’aeroporto di Trapani). Scranno nel quale però è stato riconfermato Salvatore Ombra, uscito quindi di scena per un posto nel CdA a Palermo. Altra partita calda è quella legata alla controllata di Gesap, ovvero GH. Fabio Giambrone, fedelissimo dell’ex sindaco Leoluca Orlando, toglierà il disturbo a marzo. Favorito, per la successione, è Francesco Cascio. Un nome che piace al presidente della Regione Renato Schifani e verso cui lo stesso Roberto Lagalla ha un debito di riconoscenza, visto che fu proprio l’uscita di scena di Cascio dalla campagna elettorale a spalancare le porte di Palazzo delle Aquile all’ex Rettore.
Todaro favorito per Rap, Macchiarella attende per Amat
Altra società calda è sicuramente Rap. Partecipata sulla quale sono stati avviati un paio di concorsi di peso per l’assunzione di nuovo personale ma che dovrà far fronte alle richieste di Arpa per potere usufruire in futuro della VII vasca di Bellolampo, ad oggi in ritardo e che potrebbe subire ulteriori contrattempi. Una poltrona decisamente tosta sulla quale perora siede Girolamo Caruso. L’amministratore unico continua al momento il suo lavoro, anche se si fa forte la strada che porta ad una successione nel ruolo da parte di Giuseppe Todaro, nome forte di Lavoriamo per Palermo. Lista civica in cui vi è una fortissima presenza da parte di esponenti di Italia Viva legati al senatore Davide Faraone.
Punta alla presidenza di Amat invece Domenico Macchiarella, attuale presidente ad interim di Amg. L’amministratore, molto vicino all’assessore regionale recordman di preferenze Edy Tamajo, succederà ad un altro nome forzista, ovvero Michele Cimino. L’attuale presidente, il cui incarico scadrà a marzo, è dato prossimo ad un incarico di stampo nazionale. La Nuova DC di Totò Cuffaro rimane invece concentrata su Sispi, ovvero la partecipata che si occupa dei servizi informatici. Presidenza per la quale si potrebbe rivedere un volto noto dell’ambito democristiano come quello di Pippo Enea.
Amg va alla Lega
Alla Lega spetta invece la scelta del successore di Domenico Macchiarella ad Amg. Ruolo per il quale è favorito Francesco Scoma, già dato in precedenza come papabile per un ruolo di rilievo in Gesap. Rimane al momento scoperta la casella di Reset, mentre resta saldo alla presidenza di Amap Alessandro De Martino. Nonostante i numerosi assalti dall’ala di Fratelli d’Italia facente capo a Giuseppe Milazzo, lo Statuto dell’azienda blinda il dirigente almeno fino al 2024. Un quadro, quello del futuro assetto delle Partecipate, che pare definito ma sul quale, però, le fibrillazioni sono dietro l’angolo.
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