“Il Comune di Palermo si assuma la propria responsabilità sui danni causati dalla recente e violenta ondata di maltempo”. A chiedere con veemenza un intervento da parte dell’Amministrazione è il consigliere comunale di Italia Viva Ottavio Zacco.
Il presidente della VI Commissione del Comune di Palermo è stato ascoltato in audizione dalla IV Commissione Ars, in merito alla gestione del cosiddetto Ferro di Cavallo, ovvero il sistema di smaltimento delle acque dei quartieri marinari della VII Circoscrizione. Un impianto sul quale si sono seguiti rimpalli di responsabilità fra Comune, Amap e Regione Siciliana.
L’esponente renziano fa il bilancio dei danni causati dalle acque meteoriche che hanno invaso, la settimana scorsa, i quartieri di Partanna e Mondello. Un’ondata di maltempo che ha contribuito a generare un frana di grosse proporzioni fra Pizzo Sella e Monte Gallo, colline che circondano la borgata marinara del capoluogo siciliano.
Smottamento che ha provocato il riversarsi, a valle, di tanti metri cubi di acqua mista a terra e pietre. Un fiume in piena che, da via Omero e da via Tolomea, ha invaso le case sottostanti, con un livello dell’acqua che è arrivato anche ad un metro d’altezza.
“Sette le famiglie che sono rimaste isolate per un’intera notte e un giorno a causa dei danni causati dalle forti piogge. Chiediamo l’intervento del Commissario per il rischio idrogeologico per risolvere, definitivamente, il problema”.
Ed è proprio Ottavio Zacco a sottolineare che, quanto avvenuto a Partanna-Mondello, non è frutto del caso. Anzi, è già avvenuto in passato. “Ho portato l’istanza di centinaia di famiglie e commercianti che, per la seconda volta, in tre anni, hanno visto le loro attività e abitazioni piene di acqua e fango – dichiara -. Da anni, sentiamo parlare di progetti sulle vasche, ma non bastano. Le vasche sarebbero sufficienti se ci trovassimo di fronte ad una pioggia lieve. Oggi, invece, la situazione è peggiorata. Partanna, per esempio, raccoglie l’acqua piovana dalla montagna, da Tommaso Natale e da Pallavicino, dal momento che via Castelforte si è trasformata in un fiume”.
“La cosa peggiore, inoltre, è che l’impianto per lo smaltimento delle acque bianche non ha un recapito finale – spiega Zacco -. Il Comune di Palermo continua a dire che la colpa è di Rap, che non pulisce le strade, e di Amap, che non pulisce, invece, le caditoie. In realtà, non è così. La responsabilità è soltanto dell’Amministrazione comunale che, ad oggi, non ha un progetto. Tengo a precisare, tuttavia, che l’assessore comunale, Maria Prestigiacomo, non ha responsabilità. È da 9 anni che il Sindaco Orlando non ha un progetto per alleviare questi problemi e, adesso, c’è il rischio che ci scappi il morto”.
Il consigliere di Italia Viva passa in rassegna i casi più eclatanti occorsi alla borgata marinara della VII Circoscrizione. “A Palermo, ci sono strade che si allagano dopo una pioggia lieve, come via Ferrante; vicolo Mancuso; via Esperia e il Cortile Bignardelli. Sentiamo parlare, però, solo di proposte e di fantasie”.
Non mancano gli attacchi come la stilettata lanciata alla Protezione Civile. “Quello che, inoltre, ho avuto modo di appurare, in questi giorni, è l’assenza della Protezione Civile del Comune di Palermo, che è arrivata, nei luoghi colpiti dalla violenta ondata di maltempo, ben due ore dopo la fine della pioggia. Ha constatato cosa fosse accaduto e, poi, è andata via”.
“Inoltre, e questa è la cosa peggiore, non si è accorta della frana che ha colpito un quartiere di Partanna. Se ne è resa conto solo dopo le 20 chiamate che ho fatto, personalmente, all’assessore Prestigiacomo. La Protezione Civile, infatti, aveva sbagliato luogo: non erano andati in quella strada dove 7 famiglie sono rimaste isolate per una notte e un giorno. Altre ancora hanno perso l’auto, elettrodomestici e arredi”.
Ottavio Zacco passa poi in rassegna le problematiche relative ai cambiamenti climatici e al depuratore di Fondo Verde. “Ci troviamo, quindi, di fronte ad una situazione di dissesto idrogeologico – tuona Zacco -. Questa Amministrazione è stata superficiale e incapace nel progettare e realizzare interventi funzionali per la risoluzione di queste criticità. Amap aveva pulito le caditoie 24 ore prima dei fatti, proprio quando la Protezione Civile Regionale aveva diramato l’allerta meteo. Abbiamo la certezza e la prova che, in alcune zone, l’impianto è sottodimensionato in base alla reale esigenza: le acque bianche non hanno un recapito finale e non possono, di conseguenza, defluire”.
“Abbiamo, inoltre, la certezza che, nel depuratore Fondo Verde, che è un depuratore di acque nere, qualcuno abbia avuto la genialità di collegare le acque bianche di una parte della zona nord della città. Di conseguenza, quando arrivano le piogge, si verifica uno sversamento di liquami, che arrivano nelle case della gente. E il sindaco, intanto, continua a dire che aspetta un intervento del commissario di Stato per le acque nere”.
Zacco ipotizza poi un trasferimento di competenza verso la Regione Siciliana. “Il Comune deve, allora, smettere di dire che è colpa di altri. Si assuma la propria responsabilità. Chiediamo, quindi, a nome di tutti i cittadini e i commercianti di Partanna, Mondello e Valdesi, che queste opere vengano trasferite al Commissario per il rischio idrogeologico. Così abbiamo un’idea chiara di come risolvere il problema in maniera definitiva”.