Sequestrata una vasta area del parco Libero Grassi trasformato in questi anni in un cimitero di auto rubate e fatte a pezzi. I sigilli nell’area sono stati messi dalla polizia nella zona di Acqua dei Corsari. Lo spazio si trova all’altezza del Bar del Bivio, lungo via Messina Marine.
Qui gli agenti del commissariato Brancaccio hanno trovato i telai ancora integri di due macchine rubate, un’altra ventina di telai fatti già a pezzi, rubati tagliati con il flex, nonché sei targhe riconducibili ad altrettanti mezzi rubati. A segnalare lo scempio alcuni residenti stanchi di vedere trasformato in discarica quello che da anni dovrebbe essere trasformato in parco. Oltre alle vetture sono state trovati rifiuti speciali e la procura ha aperto un’indagine a carico d’ignoti ipotizzando il reato di disastro ambientale. Sarà il Comune a occuparsi della bonifica visto che dal 2007 ha competenza sull’area.
Nel corso dell’ultima commemorazione del padre Alice Grassi, figlia dell’imprenditore simbolo della lotta al racket, aveva lanciato un ultimatum da presidente dell’associazione: se entro il 31 dicembre non verrà fatta la bonifica e non saranno sbloccati gli 11 milioni dedicati a quest’area verde, chiederà che venga tolto il nome del padre al Parco.
Sulla vicenda era intervenuto anche l’assessore alle Politiche ambientali del Comune, Andrea Mineo: “Stiamo seguendo il crono programma che prevede la conclusione della fase di progettazione e l’impegno delle risorse entro la fine dell’anno. Confidiamo sul fatto che non ci saranno altri intoppi. L’Amministrazione intende usufruire delle risorse della convenzione per la bonifica dell’area ma, d’accordo con il comitato promotore del parco, immaginare un progetto che veda coinvolti il terzo settore e le scuole perché il parco possa essere fruito, sottraendolo così al degrado”.
Agli inizi del ventesimo secolo nella zona di Acqua dei Corsari nacquero fabbriche di mattoni di cotto e altre piccole industrie. In tempi più recenti, dopo il periodo del “Sacco”, in cui a Palermo vennero rilasciate oltre quattromila licenze edilizie dall’allora assessore Vito Ciancimino nella giunta del sindaco Salvo Lima, questa zona produttiva e balneare è stata seppellita dal degrado e in parte anche dal cemento. Il parco è stato intestato a Libero Grassi nel 2013. Cinque anni dopo è venuto fuori che per ripristinarne la fruizione serviva la caratterizzazione ambientale. Una procedura resa ancora più lunga per un rimpallo di competenze. Sin dalla sua costituzione “il comitato per il Parco Libero – si legge sul loro sito – si fa parte attiva per sensibilizzare la Regione ottenendo lo stanziamento in legge di bilancio delle risorse per realizzare gli studi necessari. L’esito rileva la presenza di sostanze inquinanti che rendono necessaria l’analisi del rischio. Il 29 agosto 2018, insieme alla Regione e al Comune, viene sancito l’impegno a operare congiuntamente per bonificare l’area e finalmente aprire il più presto possibile il Parco Libero”. Nel 2020 sono iniziati i lavori di bonifica, ma la strada sembra ancora lunga.