“Con grande stupore e disappunto continuiamo a registrare una disinvolta posizione di anonimato da parte dell’Amministrazione comunale sul Parco Cassarà che, secondo quanto annunciato, sarebbe dovuto tornare ad essere fruibile al pubblico già la scorsa primavera“. Lo dicono i componenti della III Commissione consiliare, Paolo Caracausi, Elio Ficarra, Concetta Amella, Katia Meli.
Tra pochi mesi saranno 8 anni di chiusura. Era infatti il 16 aprile 2014 quando il polmone verde di Palermo fu posto sotto sequestro dalla Procura e il NOPA (Nucleo Operativo Protezione Ambientale della Polizia Municipale) appose i sigilli. Ben 28 ettari di terreno, costati 11 milioni di euro e inaugurati nel 2011 dall’ex sindaco Diego Cammarata.
Poi, dopo un servizio di Stefania Petyx per Striscia La Notizia si scoprì che sotto il manto erboso c’erano sepolte sostanze inquinanti pericolose: amianto, rifiuti industriali, metalli pesanti, cianuro e residui di cantieri edili.
Da qui la suddivisione in 3 in tre zone, in base alla gravità dell’inquinamento: una verde, estesa circa 15 ettari e accessibile da corso Pisani, e poi una rossa inibita al pubblico e una gialla, intermedia fra le due. Nella zona verde si è proceduto in diverse fasi alla rimozione manuale e meccanica dei materiali inquinanti.
“Questo stupore e questo disappunto – aggiungono – vengono amplificati oggi dall’assenza degli assessori di riferimento e dagli uffici, in una audizione convocata in terza commissione insieme ai rappresentanti di associazioni ambientalistiche, quali Wwf, Legambiente, Compaaps e dei componenti del Consiglio della IV circoscrizione per fare il punto sulla situazione e per comprendere i motivi dello stallo dell’amministrazione su questa vicenda che priva i palermitani di uno spazio pubblico strategico ed attrattivo”.
“Per questo, domenica mattina, davanti l’ingresso principale del Parco Cassarà, ci ritroveremo alle 8.30 con le associazioni e i cittadini del quartiere e di quanti volessero, per un simbolico ‘minuto di silenzio’ verso una nuova incompiuta frutto della fallimentare gestione di questa città”, concludono.