l'inchiesta sul servizio

Paradosso Sicilia, metà è assetata, l’altra mezza l’acqua ce l’ha ma la disperde

C’è una Sicilia che è assetata ed un’altra che, invece, l’acqua ce l’ha, ed anche in abbondanza, ma la spreca. E’ l’ennesimo paradosso dell’isola che vive in continua emergenza, perché oltre al problema del servizio idrico, capace peraltro di mandare in ginocchio le imprese agricole e gli allevamenti, c’è anche quello della gestione dei rifiuti,  scoppiato di recente con la saturazione della discarica della Sicula trasporti di Lentini.

La mappa idrica, Sicilia ultima

In un articolo, pubblicato stamane sulle pagine de Il Sole 24 Ore, è indicata, con un grafico, per cui chiaro anche ad un bambino,  la mappa sulla severità idrica nazionale, sulla scorta dei dati dell’Ispra, istituto superiore per la Protezione e ricerca ambientale. Senza farla troppe per le lunghe la Sicilia è l’unico distretto cerchiato di rosso, che stabilisce una severità alta ed è indietro rispetto alle altre aree del Sud Italia: tanto per capirci, Calabria, Campania e Puglia, con cui di solito la Sicilia fa a gara per evitare le ultime posizioni, specie nei servizi all’utenza, hanno una severità bassa. Neanche a dirlo che le regioni del Nord Italia non hanno alcun problema. “Ogni anno in Sicilia si perdono più di 300 milioni di metri cubi d’acqua, mentre le condotte di adduzione sono ridotte a un colabrodo e molte dighe non vengono efficientate da decenni denuncia il deputato regionale del Pd, Fabio Venezia.

Razionamento idrico nella Sicilia centro occidentale

Chi sta peggio sono i territori compresi tra Agrigento, Caltanissetta e Enna, i cui invasi, a causa della siccità, si sono praticamente prosciugati. Nei mesi scorsi, Siciliacque, la società di sovrambito che fornisce l’acqua alle società di gestione o ai Comuni partecipata al 75% da Italgas, in proiezione dell’estate ha pianificato un piano di razionamento idrico che, in modo approssimativo, interessa poco meno di un milione di abitanti. Il piano di razionamento riguarda 93 Comuni nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani.

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Le perdite

Peraltro, Siciliacque, fornitore annuo di 70 milioni di metri cubi d’acqua nei confronti di 1,6 milioni di utenti, ha sostenuto dell’esistenza di un piano che prevede lo sfruttamento di 6 nuovi pozzi. Sul fronte delle condotte, che sono la vera croce del servizio, basta andare a leggere le cronache locali sulla catena di guasti con ricadute sui Comuni, sono stati annunciati investimenti pari a 19,6 milioni per il controllo da remoto degli impianti al fine di abbassare le perdite che stando alle informazioni fornite nei mesi scorsi dal Sole 24 Ore sono del 16%.

Il caso Enna

Con l’arrivo della stagione calda, la riduzione si è accentuata: ad Enna, una delle città assetate, l’acqua arriva a giorni alterni e molti proprietari di locali pubblici, tra cui ristoranti, bar e pizzerie, hanno deciso di non far entrare più nessuno in bagno per non sprecar acqua. “Siamo pronti ad acquistare un’altra cisterna contenente mille litri di acqua, altrimenti saremo costretti a chiudere” denuncia un ristoratore di Enna alta.

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Tensione a Canicattì, 500 in piazza

A Canicattì, nell’Agrigentino, c’è talmente mancanza di acqua che la comunità si è riversata spontaneamente in piazza per chiedere di poter disporre del servizio. Almeno 500 persone hanno protestato, tra questi anche i titolari di alcune attività commerciali ed imprenditoriali costretti a chiudere, mancano pure le autobotti e la tensione è fortissima, al punto che si temono scontri. E’ stato anche convocato il Consiglio comunale per discutere dell’emergenza ma alcuni siti locali hanno segnalato l’assenza in aula sia del sindaco sia del gestore del servizio idrico.

Siracusa è ricca d’acqua ma la butta via

Se la Sicilia orientale rischia di essere sommersa dai rifiuti per i problemi della discarica di Lentini in fatto di acqua sta tutto sommato bene. Nel senso che l’acqua c’è, Siracusa è tra le città che in assoluto ha una fortissima riserva idrica ma si perde.

Secondo uno studio di Utilitaliala federazione che riunisce le aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas,  “le condizioni di massima criticità, con valori superiori al 65%, sono state registrate a Siracusa (67,6%), Belluno (68,1%),Latina (70,1%) e Chieti (71,7%)”. Le cause, secondo questo studio, sono da ricondurre “alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, e a fattori amministrativi, riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi” si legge nel rapporto.

Nelle ore scorse, si è rotta per l’ennesima volta una condotta che sta facendo rimanere a secco il quartiere della Borgata. “Al momento non è possibile stabilire, con precisione, i tempi di ripristino del regolare servizio” si legge nella nota della Siam, gestore del servizio a Siracusa, il cui mandato è della durata di due anni.

Gara d’appalto con intoppo

L’Ati idrico di Siracusa, che riunisce tutti i sindaci, ha oltre un anno fa deliberato l’affidamento del servizio su scala provinciale ad una società mista, a maggioranza pubblica, per un periodo di 30 anni. Un affare che vale circa a1,3 miliardi di euro circa ma la gara non ha ancora decretato il vincitore. In realtà, alla procedura di selezione ha partecipato un solo operatore economo, la Acea Molise srl e Cogen spa ma nell’esame dell’offerta inviata è emerso un  intoppo: durante la seduta di gara dello scorso 11 aprile, a Palermo, la commissione giudicatrice si è accorta che il certificato camerale della società mandataria Acea Molise riporti come scadenza societaria la data del 31 dicembre 2050. Un termine non coincidente con la concessione trentennale oggetto della procedura (31 dicembre 2054).

Crisi idrica a Ragusa

Situazione idrica difficile a Ragusa e nelle ore scorse si è tenuto un vertice in Prefettura a cui hanno preso parte l’amministrazione comunale, Iblea Acque e la Protezione civile. Secondo le informazioni fornite dal Comune, la condizione è la seguente: “la sorgente Corchigliato ha azzerato la propria portata; la sorgente San Leonardo ha ridotto dell’80% la propria portata; la sorgente Fontana Grande ha ridotto del 90% la propria portata; i pozzi San Leonardo e Lusia continuano a erogare acqua ma con una riduzione di  45 litri al secondo”. Complessivamente la  rete idrica ha circa 60/80 litri al secondo in meno rispetto al 2023.

 

La Regione, “opere per 92 milioni”

Frattanto, l’amministrazione regionale, che nel marzo scorso ha dichiarare lo stato di emergenza idrica per la durata di un  anno, ha annunciato l’arrivo di 92 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie. “Si tratta del primo stralcio di finanziamenti destinati ai 49 interventi, per complessivi 1,6 miliardi, inseriti nel Piano idrico della Regione Siciliana, interamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico”  spiegano dalla Regione siciliana.

Ecco gli interventi finanziati

Gli interventi prioritari nel Piano sono contraddistinti dalla classe “A”. Tra questi, le opere di automazione, controllo, modellazione e monitoraggio dell’infrastruttura idropotabile di sovrambito (costo, 50 milioni) e la bretella tra il serbatoio San Leo e il potabilizzatore di Gela (11,7 milioni) per le quali il soggetto attuatore è Siciliacque spa. Sarà invece il Consorzio di bonifica 9 di Catania ad attuare gli interventi per la sostituzione della condotta metallica sul fiume Simeto in località Ponte Barca, con la quale vengono consegnati i volumi irrigui alle prese di quota a 100  e 56 metri sul livello del mare (costo 23,4 milioni). Un ulteriore intervento sul Simeto, in capo allo stesso Consorzio, prevede la manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento Contrasto per l’alimentazione del sistema irriguo (costo 48,8 milioni)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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