Palermo Capitale Italiana della Cultura, che punta sul turismo per cercare di uscire dalla crisi. Ma anche la città dove è più difficile per i turisti avere informazioni o acquistare i biglietti degli autobus.
È estate e due ragazze inglesi decidono di visitare il capoluogo siciliano ricca di storia e bellezze architettoniche con paesaggi unici.
Decidono di andare a Mondello e vanno nei pressi della stazione centrale per acquistare i biglietti per l’autobus che le nella borgata marinara per trascorrere una giornata in totale relax.
Non hanno fatto i conti con l’improvvisazione dei servizi palermitani che rischiano di ostacolare il loro percorso verso la tanto agognata spiaggia.
Le due turiste non sanno di affrontare un’impresa titanica. Cercare di essere compresi dai bigliettai dell’Amat che non parlano altre lingue se non l’italiano.
La scena che ci si presenta davanti è surreale. Proprio come nel film di Totò, il nostro eroe bigliettaio, cerca di instaurare un improbabile e spassoso dialogo con le due giovani turiste. L’impiegato non si aiuta con un traduttore, un dizionario o qualsiasi altro strumento che possa facilitare la comunicazione.
Ma alza il tono della voce come se le povere turiste fossero sorde.
Si pensa che questo muro apparentemente invalicabile della diversità della lingua si possa scalare col timbro di voce più importante, come se ci si trovasse di fronte ad una persona affetta da qualche disturbo dell’udito.
Il problema si pone nel momento in cui tutto questo si accompagna ad una gestualità ampia e teatrale che vuole fare da ponte tra “what bus do we have to take to go to Mondello?” e “è lì che dovete prendere l’autobus”.
L’impiegato del ticket office per farsi capire cerca di scandire le parole e indica con ampi gesti le fermate.
Mentre cerca con non poca difficoltà di dare quelle indicazioni che le turiste non capiscono, prega sottovoce e spera che le due donne non facciano ulteriori domande.
A soccorrere il bigliettaio arriva per sua fortuna qualcuno che si trova in fila per acquistare i ticket e parla inglese e così finalmente le due turiste possono comprare il biglietto per raggiungere Mondello.
Ed è qui che è essenziale la riflessione.
Come si fa a garantire al turismo un sano futuro se banalmente non si riesce a comunicare? Le proposte potrebbero essere molteplici: dalla formazione costante per chi lavora col pubblico, ad un corso base di inglese veloce, pratico ed efficace.
E se questo non fosse fattibile per mancanza di tempo o per difficoltà che sopraggiungono, ci si potrebbe aiutare visivamente con dei tabelloni che indirizzino autonomamente tutte quelle persone che vogliono conoscere Palermo e dintorni, ma che per un motivo o per un altro, riscontrano dei seri, solo apparentemente buffi, problemi comunicativi.
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