Si è svolta oggi a Palermo, in via Pipitone Federico, la cerimonia di commemorazione in ricordo del magistrato Rocco Chinnici, assassinato il 29 luglio del 1983. Nella strage mafiosa di 38 anni fa furono uccisi anche il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi, dove fu piazzata l’autobomba piena di tritolo che fu poi fatta esplodere.
Alla commemorazione erano presenti la figlia del magistrato Caterina Chinnici, europarlamentare, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, Francesco Messina direttore del Dac (Direzione Centrale Anticrimine), la neo procuratrice europea, la rumena Laura Codruţa Koevesi, il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, il generale Rosario Castello, il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo Arturo Guarino, il comandante regionale della Guardia di Finanza Riccardo Rapanotti e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonio Nicola Quintavalle Cecere.
“È molto importante per me essere qui oggi perché Rocco Chinnici rappresenta un modello, una fonte di ispirazione, insieme agli altri magistrati che hanno dato la loro vita per la lotta alla mafia”. Lo ha detto la neo Procuratrice europea, la rumena Laura Codruţa Koevesi, che ha partecipato alla commemorazione per il giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia 38 anni fa in via Pipitone Federico.
“È la mia prima volta a Palermo – dice la procuratrice – Chinnici rappresenta un modello perché il suo metodo di scambio di informazioni, il tracciamento del denaro, cioè il “Follow the money”, e tutto ciò che ha rappresentato l’avvio del pool antimafia, rappresenta oggi quello che la Procura europea sta mettendo in pratica nella lotta anche alle organizzazioni criminali in tutta Europa”.
“A Rocco Chinnici si deve una delle più acute intuizioni per il contrasto alla mafia: superare la frammentazione di conoscenze e competenze tra magistrati ed investigatori per rendere efficace ed efficiente la lotta a Cosa Nostra. Dal pool antimafia alla Direzione distrettuale antimafia e, oggi, alla Procura europea la sua memoria è viva ogni giorno nei fatti e nelle vittorie riportate dallo Stato sulla criminalità organizzata”. Lo dice il presidente della Regione Nello Musumeci ricordando Rocco Chinnici, a 38 anni dal suo omicidio.
“La strage di via Pipitone Federico, con un’autobomba che segue all’eccidio di Ciaculli del 1963 e precede le terribili stragi del 1992, ha contribuito a manifestare la violenza del sistema di potere politico-affaristico-mafioso. Rocco Chinnici resta nella storia della magistratura italiana ma anche della cultura del diritto”. Lo ha affermato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, alla commemorazione del 38° anniversario dell’attentato mafioso.
“La sua intuizione del lavoro in pool dei magistrati antimafia – ha aggiunto Orlando – nonostante i tanti ostacoli, e la sua frequente presenza nelle scuole costituiscono pietre miliari del cammino di resistenza anche culturale e di liberazione del nostro paese nei riguardi della mafia. Fare memoria di quella terribile strage è atto di solidarietà nei confronti dei familiari di tutte le vittime e quindi anche Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi, ma – ha sottolineato il sindaco di Palermo – interpella anche la coscienza di tutti noi a tenere alta la guardia e a considerare sempre in agguato il pericolo che la mafia assurga a sistema dominante, infiltrandosi nel gangli vitali dello Stato, e compromettendo libertà, democrazia e valori costituzionali del nostro Paese”.