Oggi nei pressi del Largo degli Abeti ha avuto luogo una cerimonia commemorativa in ricordo dell’Agente della Polizia di Stato Calogero Zucchetto, in occasione della ricorrenza del 36° anniversario della sua uccisione per mano mafiosa.
A 36 anni di distanza da quella tragica data nel luogo dell’eccidio, all’angolo tra la via Notarbartolo e la via Libertà, luogo ribattezzato “Largo degli Abeti”, è stata deposta una corona sulla lapide dedicata all’agente.
“Lillo pagò la passione per il suo lavoro”. Era un promettente investigatore Calogero Zucchetto. Ma svolgeva una “professione pericolosa che non concedeva scampoli di vita privata”. Oggi Palermo ha ricordato il giovane agente di 27 anni, collaboratore di Ninni Cassarà, ucciso la sera di domenica 14 novembre 1982, all’uscita dal bar Collica, in via Notarbartolo. Zucchetto venne crivellato con cinque colpi di pistola alla testa sparati da due killer in sella ad una moto.
Un dolore lungo 36 anni. Questa mattina la polizia ha commemorato il poliziotto nella ricorrenza dell’anniversario della sua uccisione. Il questore di Palermo, Renato Cortese, ha deposto una corona sulla lapide del poliziotto della Squadra Mobile proprio sul luogo dell’assassinio, ribattezzato poi largo degli Abeti, all’angolo tra le vie Notarbartolo e Libertà. Presenti sul luogo della commemorazione, oltre ai familiari, le più alte cariche cittadine, della polizia di Stato, civili e militari.
Con Ninni Cassarà, Zucchetto andava in giro in motorino a caccia di latitanti. In uno di questi giri, qualche giorno prima di essere ucciso, incontrò due killer al servizio dei corleonesi, Pino Greco detto “scarpuzzedda” e Mario Prestifilippo. I due lo riconobbero, non si fecero catturare e successivamente lo uccisero.
Si dice che nessuno, a Palermo, nemmeno nei giorni più terribili, aveva mai visto piangere un poliziotto. Per questo sono state consegnate alla storia di questa città le lacrime di Ninni Cassarà, che “assiste” con lo sguardo il cadavere di Calogero “Lillo” Zucchetto, appena freddato dai killer.
Commenta con Facebook