Scoppia il caso sul Palermo Pride in Consiglio Comunale. Nelle battute finali della lunga notte di venerdì nella quale è stato approvato il regolamento movida, l’aula ha infatti bocciato un ordine del giorno relativo all’adesione del Comune al festival che si tiene solitamente a giugno. Fatto sul quale oggi si è registrata una dura presa di posizione del gruppo del Partito Democratico.
In una congiunta, gli esponenti Dem Rosario Arcoleo, Teresa Piccione, Fabio Giambrone e Giuseppe Lupo hanno contestato la decisione di Sala Martorana. “Sulla crescita ed affermazione del Palermo Pride si è costruita in questi anni la consapevolezza che la nostra città è inclusiva, accogliente, tollerante. Indietro non si torna! La politica deve prendere posizioni chiare e ferme sulla vita sociale e sui diritti per togliere spazi alle discriminazioni e alle disuguaglianze. Ci auguriamo che il sindaco smentisca la sua maggioranza“. Il riferimento dei Dem è chiaramente all’ala più a destra dell’Amministrazione Lagalla, ovvero al gruppo politico di Fratelli d’Italia, che già in passato ha criticato l’evento.
Parole peraltro che hanno trovato convergenza anche da pezzi di centrodestra. Duro l’interento del capogruppo della Lega Sabrina Figuccia, apparsa già in diverse occasioni distanti dalle posizioni della maggioranza. “La bocciatura, da parte del Consiglio comunale, dell’ordine del giorno sull’adesione del Comune al Gay Pride di Palermo, pone luce su una divergenza tra le posizioni del sindaco Lagalla, che lo scorso anno ha deciso di partecipare attivamente a questa storica manifestazione, dando il suo patrocinio, e la sua maggioranza. Mi auguro che il sindaco ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città di Palermo e ponga la giusta attenzione su scelte politiche tanto importanti quanto divisive”.
Attacchi sui quali si apre l’ombrello politico del capogruppo di Lavoriamo Per Palermo, Dario Chinnici. “La linea dell’amministrazione comunale e del sindaco Roberto Lagalla sul sostegno al Palermo Pride è sempre stata chiara e inequivocabile e non può essere messa in discussione da un ordine del giorno che, ricordiamo, nulla aveva a che fare con la delibera sulla movida. Un sostegno al Pride che non ha bisogno ogni anno di essere ribadito da ordini del giorno che hanno più il sapore della strumentalizzazione politica alla quale non ci presteremo. Seppur all’interno della maggioranza possano emergere sensibilità differenti, nessuno può mettere in dubbio la posizione del sindaco, in coerenza con la sua storia che lo ha visto, già da rettore dell’Università, patrocinare il Pride”.